Prosegue senza soluzione di continuità il dibattito attorno al capitolo ‘pensioni 2014’: l’8 gennaio si riunirà la IX Commissione Lavoro mentre il 9 alle ore 17.00 si terrà un incontro tra il Ministro Giovannini e le parti sociali, con associazioni datoriali e organizzazioni sindacali che affronteranno le spinose e controverse tematiche costituite da ammortizzatori sociali e fondi bilaterali.
Nessuna riforma strutturale è all’orizzonte, ma si prospettano piccoli ritocchi per incrementare, dal punto di vista della flessibilità, le possibilità di uscita anticipata dal lavoro.
Pensioni 2014, Esodati e Quota 96: la proposta del Ministro Giovannini e il prestito targato Inps
A tenere banco in queste ore è un’interessante proposta del Ministro Giovannini, che avrebbe costituito uno schema di base per chiunque volesse lasciare il lavoro anticipatamente; il cuore dell’idea sarebbe quella di concedere un prestito al lavoratore che riceverebbe così un assegno pagato dall’Inps e dalla propria azienda. Una volta andato in pensione, il lavoratore sarebbe poi chiamato a rendere il tutto tramite trattenuta di una quota da stabilirsi (il 10 o 15%) dell’assegno mensile spettante zppunto come pensione.La proposta (che potrebbe interessare anche gli esodati) verrà discussa il 9, e sempre entro gennaio sarà emanato un disegno di legge per avviare la definizione di un Testo unico delle norme sul lavoro, documento dettato dal piano Destinazione Italia. Stando alle prime dichiarazioni, l’intento sarebbe quello di sveltire le procedure amministrative e burocratiche cui devono andare incontro le imprese per assumere e dimettere personale, una sorta di Job act la cui realizzazione coinvolgerebbe però anche consulenti del lavoro e parti sociali.
Pensioni 2014, Esodati e Quota 96: l’8 gennaio si riunisce la IX Commissione Lavoro
Detto degli esodati, che potrebbero fruire del prestito pensionistico, le novità più corpose interessano i Quota 96, che a breve potrebbero ricevere importanti novità. L’8 gennaio si riunisce infatti la IX Commissione Lavoro e all’ordine del giorno è prevista una discussione sulla condizione del personale scolastico tagliato fuori dalla riforma Fornero: a tenere banco la proposta di fissare un termine per la presentazione delle domande di pensionamento da fare online mediante il sito dell’Inps, con il sistema telematico - considerato un sondaggio realizzato a novembre dal MIUR e stando al quale gli interessati a tale proposta sarebbero poco meno di 4.000 - che potrebbe essere programmato per prendere in considerazione solo le prime 4.000 domande scartando tutte le altre.Non è comunque escluso che dal meeting escano altre proposte che modifichino la riforma prevedendo un regime speciale per il personale scolastico. L’importante è che si tratti di soluzioni adottabili nel breve periodo.
Al di là di ogni discussione e dettaglio tecnico, a sorprendere ancora una volta è la leggerezza e superficialità di base con la quale si trattano questioni delicate come quella delle pensioni; ci sono ancora migliaia di cittadini che dopo aver accettato la cassa integrazione o aver sposato soluzioni lavorative di ripiego che consentissero di maturare il diritto alla pensione si ritrovano adesso nel limbo dell’invisibilità, dato che la riforma Fornero, allungando tempi ed età pensionabile, li ha trasformati in soggetti inesistenti dal punto di vista previdenziale. L’accordo non scritto tra cittadini e Stato non può più essere violato, è ora di intervenire.
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