Non succedeva dal 1977, e invece, la situazione si ripete. Sono più di 3,5 milioni i disoccupati italiani. Il tasso di disoccupazione è aumentato dello 0,8% rispetto a un anno fa.
Come sempre, l'Istat analizza i dati che questa volta sono, a dir poco, raccapriccianti, specialmente se si dà un'occhiata a quelli che riguardano i giovani di età compresa tra i 15 e i 25 anni. Si tratterebbe del 46% dei giovani che non hanno ancora trovato lavoro.
E a poco servono le parole del Ministro del Lavoro, Massimo Poletti, che stamane commenta i dati che gli sono stati forniti dal Sistema Statistico Italiano per eccellenza.
"L'obiettivo è procedere per produrre il cambio di segno alla fine dell'anno (...). È chiaro che l'occupazione parte se c'è uno scatto forte nella capacità produttiva perché l'industria ha prima l'esigenza di saturare gli impianti e poi di produrre nuovi posti di lavoro". Queste sono state le sue parole.
Ancora meno servono le giustificazioni dell'Istat nel dire che si tratta di dati provvisori e destagionalizzati, quindi poco paragonabili a primo semestre del 2013.
E invece si tratterebbe di analisi di dati in conformità a confronti annui, di un massimo storico, che sono partiti dal 1977. Era da quel lontano 1977 che non si registravano dati così preoccupanti. Era da quel lontano 1977 che non si registrava una situazione così tragica.
Sono tre milioni e 487 mila le persone che non hanno un lavoro. E le cose vanno ancora peggio al Sud, dove i giovani tra i 15 e i 25 anni che non hanno un lavoro sono oltre il 60,9%, quindi sarebbero 347 mila i ragazzi in cerca di un'occupazione.
Sale, quindi, anche il numero degli scoraggiati, cioè quelle che di cercare un lavoro non ne parlano proprio, perché certi di non riuscire a trovarlo.
Sarebbero più di un milione e 948 mila persone che hanno già perso ogni tipo di speranza.
Anche i precari sono in calo. I dipendenti con contratto a tempo determinato scendono anche loro a quota due milioni e 96 mila, in calo di poche percentuali in rapporto a quelli del 2013.
Sono numeri allarmanti quelli fino ad ora elencati.
Sono percentuali che mostrano bene quello che sta succedendo in Italia. Sono troppi quelli che hanno perso ogni tipo di speranza, ancor meno quelli che progettano la loro vita pensando a un futuro migliore.