Come abbiamo più volte accennato nel corso di precedenti contributi, il prossimo 13 giugno inizierà in Aula il dibattito relativo al prepensionamento statali: di fatto, il ministro della PA inserirà la manovra all’interno di un disegno riformatore più ampio che coinvolgerà, riscrivendola, l’intera macchina burocratica statale.



La PA va riformata, snellita, responsabilizzata e resa più celere, ecco che la misura sul prepensionamento statali potrebbe divenire l’autentico grimaldello in grado di avviare l’intero iter di ricostruzione; il ministro Madia sarà poi chiamato ad affrontare anche la questione relativa all’opzione contributivo donne, i cui termini di fruizione vanno necessariamente prolungati.





Cerchiamo allora di fare il punto in merito a prepensionamento statali e opzione contributivo donne; quali le mosse che sta preparando Marianna Madia?

Prepensionamento statali, anticipi di un anno sull’uscita ‘naturale’ dall’impiego e massima selettività di utilizzo: Madia al lavoro, dibattito la prossima settimana



Sono passati ormai due mesi da quando il ministro Madia propose di dar corso al prepensionamento per tutti quei lavoratori statali che il responsabile della spending review, Carlo Cottarelli, aveva etichettato come esuberi.



Giustificata con l’intenzione di re-innescare il ricambio generazionale da un lato e contenere la spesa dell’altro, l’idea di costruire una manovra incentrata sul prepensionamento statali ha scatenato polemiche e cori di disapprovazione da parte di quanti ritengono ingiusta l’applicazione di un simile istituto esclusivamente appannaggio di un solo settore lavorativo.



Su tutti rammentiamo il contributo di Cesare Damiano (Presidente della Commissione Lavoro), sicuro di come l’eventuale ricorso al prepensionamento andrebbe esteso a tutte le tipologie di lavoratori, pubblici e privati.



Il 13 giugno, giorno nel quale inizierà il dibattito alla Camera, il ministro Madia dovrà dunque dettagliare nei minimi particolari la manovra sul prepensionamento statali: ad oggi si parla della possibilità di prevedere anticipi lievi sulla naturale uscita dall’impiego, sei mesi massimo un anno, e di valutazioni attente effettuare caso per caso (il prepensionamento sarà in particolare concesso solo a quanti non possano essere reinseriti o reimpiegati in altri contesti lavorativi). A questo punto non resta che attendere.

Opzione contributivo donne, senza proroghe la misura sparirà



Oltre alla manovra sul prepensionamento statali, il ministro Madia dovrà affrontare anche l’argomento relativo all’opzione contributivo donne; l’istituto consente alle sole lavoratrici di uscire anticipatamente dall’impiego maturati 57 anni d’età e 35 di contributi (lavoratrice dipendente) o 58 anni d’età e 35 di contributi (lavoratrice autonoma), il tutto a fronte della ricezione di un assegno pensionistico ridotto di circa il 15% rispetto a quello di norma calcolato col retributivo.



L’opzione contributivo donne costituisce un regime sperimentale che si esaurirà nel 2015, ma nonostante manchi più di un anno alla scadenza per molte lavoratrici i termini utili a fare domanda sono già scaduti; i requisiti pocanzi richiamati devono infatti essere raggiunti entro novembre o dicembre 2014, se dipendenti del settore privato o pubblico, ed entro maggio 2014 se autonome, il tutto per via del meccanismo della finestra mobile.



Il 31 maggio è dunque scaduto il termine per le lavoratrici autonome, e in assenza di interventi accadrà la stessa cosa alla fine del 2014 anche per le restanti categorie; sia le Commissioni Lavoro del governo Letta che quelle dell’esecutivo Renzi si sono impegnate in passato a ratificare una proroga, ma sin qui nulla è stato fatto. L’istituto è addirittura caduto nel dimenticatoio sino all’intervento del ministro Madia, che alcune settimane fa ha annunciato che si darà presto corso ad un rinvio dei termini. Il tempo stringe, staremo a vedere.