I punti fondamentali della riforma della Pubblica Amministrazione elaborata dal governo Renzi, in particolare dal ministro Madia, andranno ad incidere sulle Pensioni degli statali in quanto si prevede un rilancio dei pensionamenti ma l'esclusione dell'Opzione Contributivo - Opzione Donna per la pensione anticipata delle lavoratrici; inoltre ci saranno cambiamenti per la mobilità volontaria ed obbligatoria nonchè una graduale riduzione del blocco del turn over: gli intenti sono quelli di far lavorare più giovani incentivando la "staffetta generazionale" nel settore pubblico e di ridurre la pressione sui conti dello Stato.
Per altri aspetti che coinvolgono i lavoratori del settore pubblico: Riforma pubblico impiego: mobilità, pensionamenti e staffetta generazionale, ridotti i permessi.
Secondo quanto afferma il ministro Marianna Madia, titolare del dicastero della Funzione Pubblica nel governo Renzi, potrebbero essere creati tra i 10 ed i 15mila posti di lavoro nella PA nel giro di tre anni. Tuttavia, per il periodo attuale e l'immediato futuro, i numeri forniti dai tecnici nella relazione al provvedimento sulla Riforma della Pubblica Amministrazione sono diversi: "Sulla base dei dati desunti dal conto annuale risultano in corso trattenimenti in servizio per circa 1.200 soggetti, di cui circa 660 relativi al comparto della magistratura"; inoltre nulla è detto sui posti di lavoro che secondo la Madia si potrebbero creare.
In ogni caso il governo Renzi ha messo in campo 45 milioni di euro per il 2014-15 per sostenere le mobilità volontaria e obbligatoria, che sembrano essere il punto-chiave di questi interventi sulla PA.
Per il resto la riforma del pubblico impiego verterà sulla facoltà di mandare in pensione i lavoratori pubblici che siano giunti al traguardo della massima contribuzione ma non sulla tanto chiacchierata Opzione Donna, che consente la pensione anticipata per le lavoratrici che abbiano raggiunto una certa età anagrafica e contributiva e che accettino di passare dal sistema retributivo a quello contributivo con riduzione dell'assegno previdenziale: a giudicare dal successo di questa possibilità, richiestissima dalle lavoratrici private (cfr l'articolo Opzione Contributivo pensioni donne, ne vale la pena? per i dettagli tecnici), sarebbe stato di certo opportuno estenderla anche al settore pubblico per rendere più decisi i risparmi per le casse statali e l'uscita dal lavoro delle dipendenti più avanti con l'età, per dare più spazio ai giovani.