Al via la rivoluzione del MIUR per Scuola e docenti: quest’oggi è stato ufficialmente presentato il piano stilato dal ministro Giannini e dal sottosegretario di Stato Reggi, un provvedimento che verrà esaminato da Renzi per poi divenire - il tutto nel giro di dieci giorni assicura Reggi - una legge delega.



Andiamo subito a valutare che cosa prevede nel dettaglio il piano stilato dal MIUR del duo Giannini e Reggi: tra i provvedimenti più in vista una settimana lavorativa di 36 ore, l’incremento degli stipendi e la futura abolizione di PAS e TFA.

MIUR, Scuola e docenti: settimana di 36 ore e stipendi più alti del 30%



Il primo punto relativo a Scuola e docenti affrontato dal MIUR di Giannini e Reggi concerne  la questione del contratto; prima di sedersi ad un tavolo l’ANIEF vorrebbe che si desse corso alla firma, ma Reggi ha opposto una ‘controfferta’.



Gli scatti di anzianità non verranno toccati e i docenti impegnati in attività extracurriculari (vice presidi, lingue o informatica) avranno stipendi aumentati del 30%. Il tutto però controbilanciato da modifiche relative alle ore di lavoro settimanali: ad oggi, la settimana lavorativa certa per un docente della Scuola ammonta a 18 ore, Reggi e Giannini vorrebbero si portasse a 36. Uno sforzo verrà chiesto anche alle strutture scolastiche, alle quali si chiederà di prolungare gradualmente l’orario di apertura spostandolo sino alle 22.



Novità importanti anche per le supplenze brevi: ‘Il MIUR spende troppo per le chiamate esterne’, ecco che l’allargamento a 36 ore dell’attività lavorativa settimanale consentirebbe agli istituti di impiegare i docenti interni.



Il piano MIUR per la Scuola non toccherà esclusivamente i docenti ‘semplici’ ma anche i presidi: saranno loro a stabilire i beneficiari dei bonus stipendiali.

MIUR, Scuola e docenti: PAS e TFA finiranno in soffitta



L’altra macro area del provvedimento del MIUR su Scuola e docenti interessa il metodo di reclutamento degli insegnanti: via PAS e TFA, via subito le graduatorie d’istituto che ad oggi contano oltre 150mila precari, il percorso per diventare insegnanti dovrà dunque essere avviato con la laurea magistrale cui dovrà far seguito un anno di tirocinio.



Terminato il tirocinio bisognerà sostenere l’esame per l’abilitazione, l’unico vero titolo che consentirà di accedere ai concorsi: trova dunque finalmente una concretizzazione su carta quanto dichiarato dal ministro Giannini all’inizio del proprio mandato, quando il numero dell’Istruzione sottolineò tutte le perplessità riguardanti l’attuale metodo di immissione dei docenti nelle Scuole.



Di certo la Scuola italiana deve cambiare volto: Reggi e Giannini hanno basato gran parte del proprio programma sul modello europeo, dove i docenti guadagnano di più ma lavorano per più ore. C’è anche da dire che in Europa l’età media del corpo docente è molto più bassa di quella presente in Italia, dove in media gli insegnanti hanno 50 anni con oltre il 18% di precari.



Immettere il docente all’interno di un percorso che premi economicamente chi si impegna di più potrebbe essere la strada giusta, ma prima bisognerebbe combattere il precariato che toglie troppe certezze ai diretti interessati.



A questo punto non resta che attendere la valutazione di Renzi; e Voi cosa ne pensate? Come giudicate il piano MIUR su Scuola e Docenti stilato da Giannini e Reggi? Dateci il vostro parere commentando l’articolo qui sotto!