Si attende ancora per l'opzione contributivo mentre il prepensionamento statali sembra in queste ore avvicinarsi alla svolta decisiva grazie alle importanti riforme previste dal decreto sulla pubblica amministrazione. Dopo i quota 96, importante nodo al centro delle discussioni parlamentari in queste ore è quello del prepensionamento statali. Tra le news previste dal fatidico decreto 90 sulla riforma delle pubbliche amministrazioni, spunta quella dell'ipotesi di prepensionamento al compimento di 62 anni. Tale opzione consentirà l'esodo dal mondo del lavoro con ben 4 anni di anticipo rispetto a quanto prescritto dalla tanto discussa legge Fornero dei dipendenti che hanno maturato i requisiti contributivi. Nello specifico, questa manovra di prepensionamento degli statali prevede che sarà possibile l'uscita dal mondo del lavoro e l'assegnazione dell'assegno pensionistico al raggiungimento di 42 anni e 6 mesi di contributi per gli uomini (42 anni e 10 mesi dal 2016) e 41 anni e 6 mesi per le donne (41 anni e 10 mesi dal 2016).
Salutata positivamente soprattutto dai giovani che vedono così incrementarsi le possibilità del turnover, il prepensionamento statali presenta però delle eccezioni riguardo all'età pensionabile che riguarda i medici, i professori universitari (65 anni) e i magistrati (non contemplati). Tale decisione è stata motivato dal Ministro Marianna Madia con l'intento di evitare di sostituire le cosiddette "eccellenze indispensabili" secondo "criteri oggettivi".
Opzione Contributivo donne, precoci e lavori usuranti: è ancora attesa
Nonostante il Governo si stia dando parecchio da fare in questo periodo estivo soprattutto in ambito quota 96 e prepensionamento statali, sul fronte dell'opzione contributivo donne, precoci e lavori usuranti le news sono un po' meno incoraggianti.
O meglio gli aggiornamenti in questo senso mancano proprio, forse momentaneamente messi da parte in vista della riforma PA. Che sia solo questione di tempo prima che l'opzione contributivo torni sui banchi governativi è ormai certo; sembra intanto essere rimandata l'attesa proroga originariamente prevista per agosto. Stesso dicasi per l'opzione contributivo per gli uomini rilanciata come possibile misura per far fronte al problema delle Pensioni che rimane, almeno per il momento, l'ennesima freccia scagliata nel vuoto.
Tuttavia, seppur la proroga dell'opzione contributivo sembri essere ora messa da parte dal Governo (non ve n'è traccia nel decreto 90 sulla riforma della pubblica amministrazione che contempla solo quota 96 e prepensionamento) non sono mancate le recenti polemiche della Camusso che ha rilanciato tanto sulla mancata proroga dell'opzione contributivo attesa da tante donne, quanto sulla necessità di apportare dei correttivi all'attuale sistema che comporterebbe una decurtazione sull'importo pensionistico rispetto al pensionamento ordinario di circa il 25%. Per ora, sul fronte dell'opzione contributivo dunque nulla di nuovo da segnalare, se non che quasi sicuramente il governo tornerà ad occuparsi della questione a partire da dopo l'estate.