Anche la commissione Affari Costituzionali del Senato ha dato il via libera agli emendamenti del governo sulla Pubblica amministrazione della Ministra Maria Anna Madia. Saltano così lo sblocco per i quattromila collocamenti a riposo nella scuola (quota 96) e la soglia di 68 anni per i pensionamenti d'ufficio di professori universitari e primari. Cancellato anche lo stop alle penalizzazioni per chi va in pensione a 62 anni. In commissione è stato approvato però un ordine del giorno che chiede al governo di trovare una soluzione all'odissea del personale della scuola 'quota 96'.

Quali le novità?

Si viene a conoscenza anche che il premier Matteo Renzi sia alla ricerca di una soluzione che, ha promesso, arriverà entro agosto, e riguarderà una platea più ampia rispetto ai quattromila censiti dal Ministero della Pubblica Istruzione nell'autunno scorso. Per questo motivo il premier ha incontrato la Ministra Stefania Giannini. Ad avvalorare tali voci c'è la presa di posizione del vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini che afferma: "la questione sarà affrontata con un decreto ad hoc perché bisogna risolvere a monte un problema che era stato causato dalla legge Fornero sugli insegnanti. E' un passaggio che affronteremo perché non è corretto che siano i lavoratori a pagare".

Le sensazioni, le previsioni, le speranze.

Tali parole pronunciate non da un deputato qualsiasi (non ce ne vogliano a male tutti gli altri onorevoli) ma dal vicesegretario del partito di maggioranza di questo Governo, acquistano maggiore credibilità. Si dà, quindi, ancora fiato alle speranze dei quota 96, ma quanto? I tempi stringono, il primo settembre è vicino.

La data è obbligata. E' la data in cui gli operatori scolastici possono andare in pensione essendo quella la loro unica finestra per lasciare l'attività lavorativa. Sono anche queste promesse da marinai? La stagione indurrebbe a pensarlo. Questo ritiro dell'emendamento pro quota 96 difatti è l'ennesimo sopruso e un'ulteriore beffa per quei quattromila lavoratori della scuola che da anni attendono giustizia e che impedisce il ricambio generazionale.

Ricordiamo che la "quota 96" era stata oggetto delle ire del supertecnico nonché commissario alla spending review Carlo Cottarelli che prospettava l'impossibilità da parte del Governo di ridurre le tasse se la politica avesse continuato a chiedere di dirottare risorse altrove. A queste osservazioni si aggiungevano i rilievi della Ragioneria dello Stato che aveva evidenziato come l'emendamento pro quota 96 fosse tra quelli in difetto di copertura. Tra le modifiche apportate, sempre seguendo i suggerimenti del Cottarelli e dei ragionieri dello Stato, è stato eliminato il tetto dei 68 anni inserito per professori universitari e medici. Restano, invece, le soglie previste per il resto dei dipendenti pubblici (62 anni e 65 per i medici).

A chi chiedeva se la fiducia sul decreto P.A. fosse ormai scontata, la Madia, ministro alla Pubblica Amministrazione rispondeva: "Dobbiamo correre e, a questo punto, visto che è stata messa alla Camera, mi sembra ragionevole".

Le reazioni

Non ha tardato ad arrivare l'attacco al governo da parte di Sel per gli emendamenti annunciati al dl P.A.: "Non si gioca sulla pelle delle persone. I quota 96 - afferma il capogruppo alla Camera Arturo Scotto - hanno già vissuto un'ingiustizia dalla riforma Fornero che li ha penalizzati e lasciati senza pensione pur avendo i requisiti, e ora il governo Renzi prima li illude alla Camera e poi li disillude al Senato". "Sarebbe molto grave se non si provvedesse a risolvere il problema dei 'quota 96' e gli altri temi su cui era intervenuta la Camera".

Lo ha detto la segretaria confederale della Cgil, Gianna Fracassi, a margine di una conferenza stampa. I quota 96 sperano che Renzi dia veramente il segnale della svolta, che per davvero voglia cambiare verso.