Se da una parte la Fillea Cgil, plaude all'approvazione dell'emendamento pro quota 96, dall'altra afferma "La reintroduzione della quota 96 va da subito estesa almeno a quei lavoratori che svolgono un lavoro particolarmente faticoso e spesso usurante come quello edile". Insomma secondo Angelo Chiari della segreteria, come si è riconosciuto un errore (quello della Fornero nei confronti del personale scolastico che non tenne conto del calendario scolastico differente dal calendario solare), rimediandovi seppur con tre anni di ritardo, con il decreto sulla Pubblica Amministrazione, così si dovrebbe fare nei confronti di chi ha iniziato a lavorare da giovane.

Cosa propone il sindacato?

A tal proposito Chiari afferma "È urgente dare una risposta ai lavoratori che non hanno alternative al pensionamento, se non il requisito contributivo. Così come va cancellata la penalizzazione sul calcolo della pensione per chi ha cominciato a lavorare prima". Bisogna riconoscere, secondo il sindacalista della UIL, che la legge Fornero, nella fretta, di errori ne commise. Errori che fanno sentire il loro peso proprio adesso che sta entrando a regime. "L'approvazione nei giorni scorsi dell'emendamento al dl di riforma della Pubblica Amministrazione che prevede l'accesso alla pensione per i quota 96 è un ottimo risultato che va nella giusta direzione, un primo passo per superare le rigidità di accesso al pensionamento che deve essere estesa a tutto il mondo del lavoro".

In particolare devono essere tutelati proprio quei lavoratori, come quelli dell'edilizia, il cui lavoro è per sua natura precario: "perché la fabbrica del muratore nasce, cresce e poi chiude e non è detto che ne riapra subito un'altra e quindi è più difficile per un lavoratore edile raggiungere in tempi certi i 42 anni di contributi necessari al pensionamento.

Eviteremmo così di trovare muratori sui ponteggi a 65 anni e più, con tutto il carico di rischio per la sicurezza che questo porta con sé".

Apertura, ma come?

Insomma l'approvazione dell'emendamento pro quota 96, può aprire una spirale il cui esito oggi non è facilmente prevedibile. La Ragioneria dello Stato è allertata: i conti pubblici non consentirebbero ulteriori "aperture".

Almeno questo è il pensiero dei tecnici-ragionieri. Pensiero che spesso contrasta con le volontà politiche e con gli impegni assunti in questo periodo dal governo del premier Renzi. Già un'avvisaglia la si è avuta con i contrasti di questi giorni con il Commissario Cottarelli, il quale ha manifestato il suo dissenso sull'approvazione dell'emendamento a favore del personale scolastico, non in linea con la linea di rigore da lui prospettata. Saprà il Governo ancora una volta coniugare impegni e volontà con il rigore richiesto dai conti pubblici?