Da circa 4000 a 9000 interessati, più del doppio. Sarebbe questa la platea degli insegnanti e dei quota 96 che necessiterebbero di risorse straordinarie da parte del Governo per ottenere l'agognato pensionamento. È un vero e proprio colpo di scena quello che ha preso forma negli ultimi giorni, quando è uscita la notizia su diverse testate giornalistiche. Nella pratica, sarebbe stata proprio la crescita esponenziale degli interessati ad aver creato la situazione di stallo che si è concretizzata nell'eliminazione della sanatoria già inserita nella Riforma PA e pensata in modo specifico per gli "esodati della Scuola".

Il raddoppio degli interessati è un rischio troppo alto per i conti

D'altra parte, il bilancio dello Stato non è una materia nella quale può trovare spazio l'improvvisazione. Soprattutto dopo che il bonus degli 80 € concesso ai dipendenti pubblici e privati non ha avuto l'effetto di breve termine tanto atteso. Nel corso del trimestre, l'Italia è tornata nuovamente in recessione e ogni nuova misura dovrà essere presa con la garanzia che non si creino buchi di bilancio. I dati sull'effettiva platea di insegnanti e lavoratori ATA che avevano raggiunto la Quota 96 sono stati elaborati dall'Inps e dai contabili della Ragioneria dello Stato; ne risulta che se i tecnici del Governo ne contava circa 3500 (spesso portati a 4000 per eccesso), all'istituto di previdenza italiano i conteggi portano a 9000 unità.

Il problema dei possibili ricorsi nei tribunali

Il fatto deriva anche dalle posizioni dubbie o che non risultano chiaramente definibili. Un lasciapassare pensionistico destinato ad una platea troppo ristretta potrebbe portare a ricorsi e a cause giudiziarie, con ulteriore aggravio delle spese per il bilancio statale. Da questa consapevolezza può essere sorto il dietrofront di Matteo Renzi, che non a caso ha ricondotto il tutto a un provvedimento risolutivo previsto all'interno di una sanatoria generalizzata, che possa andare incontro a tutti i soggetti rimasti bloccati nelle maglie della Riforma Fornero 2011.