Non ha mezzi termini il principale sindacato italiano, quando si trova a commentare la cancellazione del provvedimento volto a favorire il pensionamento dei quota 96 dal decreto sulla pubblica amministrazione. D'altra parte, dopo moltissime polemiche ed un tira e molla che si è protratto per mesi, le premesse per una felice conclusione della questione sembravano finalmente arrivate. Purtroppo la prevalenza degli interessi burocratici e governativi è risultata ancora una volta a scapito della parte più debole, ovvero dei lavoratori.

La Cgil parla di palese ingiustizia

Il sindacato è molto duro nei propri commenti.

Sul sito Cgil.it ha pubblicato un comunicato dove si definisce come gravissima la cancellazione del provvedimento a favore dei quota 96. Per riprendere le stesse parole del Segretario confederale della Cgil, Vera Lamonica, "mentre finalmente la Camera era intervenuta a sanare l'errore grossolano dei Quota 96 e mentre si poneva rimedio alla grave ingiustizia che la legge Fornero aveva causato ai lavoratori precoci, oggi il ministro ci dice che abbiamo scherzato, che le ingiustizie restano. Noi diciamo che le ingiustizie andavano e vanno cancellate e che non si torna indietro".

Secondo Lamonica la marcia indietro del Governo su di una norma che doveva rimediare alle palesi ingiustizie della Riforma Fornero è ancora più grave della stessa ingiustizia.

Per il sindacato, nonostante la retorica sull'importanza della Scuola e sul ruolo fondamentale che ha nella formazione dei giovani, l'unica logica che emerge è quella dei tagli.

La questione della copertura finanziaria

Il provvedimento volto a tutelare i quota 96 si è scontrato ancora una volta contro la dura situazione di crisi nella quale versa il Paese.

Nell'arco di poche ore si è fatto sentire prima il Commissario per la spending review Carlo Cottarelli, poi la Ragioneria dello Stato. Il Governo non ha retto al fuoco incrociato dei due pareri tecnici e ha preferito fare dietrofront sulla questione, rimandando una soluzione a futuri interventi in ambito pensionistico. Anche su questo punto, la Cgil scuola denuncia l'utilizzo di una logica burocratica dove i "giochi di palazzo" vanno a discapito dei lavoratori. Secondo il sindacato la copertura finanziaria era irrisoria perché i benefici sarebbero stati ben più ampi dei costi da sostenere.