La riforma delle Pensioni e l'estensione del bonus degli 80 euro sono tra i temi più 'caldi' che verranno messi sul tavolo dell'esecutivo dopo la breve pausa per le vacanze. Partendo dall'argomento previdenza, non pensiamo che possa venire accantonata l'ipotesi di un taglio, almeno per quegli assegni che superano i 2000 euro al mese. Il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi ha, comunque, seccamente smentito queste che lui ha definito come 'chiacchiere simili al calciomercato' che servirebbero solo a riempire le pagine dei giornali.

Il premier ha confermato che chi parla di manovre e di pensioni in questo mese di agosto parla di cose che non sono all'ordine del giorno: anzi, l'obiettivo sarà quello di ridurre le tasse e di estendere il bonus degli 80 euro ad altre fasce di popolazione.



Riforma pensioni, governo Renzi e bonus 80 euro: difficile l'estensione alle famiglie più numerose 

Intanto, però, fonti del governo riferiscono che sarà difficile che il bonus degli 80 euro possa essere esteso anche alle famiglie numerose, come dichiarato in precedenza: più probabile, invece, l'ipotesi degli assegni familiari e delle detrazioni. A quanto sembra, bisognerà attendere la legge di Stabilità per poter dire con esattezza se e fino a quale fascia di reddito (e numero di figli) si potrà concedere l'estensione del bonus degli 80 euro. Bisognerà prima pensare a come trovare le risorse per coprire il 2015 e poi eventualmente concedere lo sconto Irpef anche ad altre fasce di popolazione.

L'impressione è che ci troviamo di fronte ad una coperta 'corta', attraverso la quale il premier sta cercando di 'coprire' il maggior numero di famiglie italiane con l'abilità di un prestigiatore: ecco perchè il taglio delle pensioni d'oro e d'argento è destinato a divenire qualcosa in più di un'ipotesi. Se la politica della spending review non sta dando i suoi frutti, con quali risorse verranno tenute in vita le iniziative 'popolari' come quelle del bonus degli 80 euro? 



Riforma pensioni, governo Renzi e spending review: c'è ancora tanto da tagliare

Eppure secondo il numero odierno di 'Repubblica' i tagli da operare, in modo particolare sulla Pubblica Amministrazione, ci sono, eccome: il quotidiano ha messo in risalto come tante amministrazioni portino avanti da sole i negoziati e concludano 'privatamente' i propri contratti di telecomunicazioni, con notevoli sprechi di denaro: si è stimato, per esempio, che tali contratti vengano a costare circa un miliardo all’anno.

Tanto per restare in argomento, si tratta di una cifra equivalente o quasi a quella che otterrebbe il governo intervenendo sulle pensioni sopra i 3.500 euro netti al mese. Se tutte le convenzioni pubbliche per le utenze relative ai telefoni fissi e mobili nonchè per il traffico dati in rete fossero, invece, stipulate tramite grandi centrali d’appalto (che comprerebbero all’ingrosso) i costi di tali servizi sarebbe molto più basso.