Dopo l'ennesima cocente delusione, dovuta al "tradimento" del premier Renzi, a causa del mancato inserimento nel consiglio dei ministri di venerdì sorso del "pacchetto Scuola", che doveva prevedere anche la fine dell'odissea dei quota 96, ecco che si fa strada una nuova forma di protesta lanciata dai docenti dell'Istituto Istruzione Superiore "Cobianchi"di Verbania : la "desistenza". La nuova forma di lotta viene precisata con una lettera aperta inviata al loro Dirigente, avente per oggetto una vera e propria dichiarazione di Desistenza.

Quale il loro intento?

"Il nostro intento è quello di renderla partecipe di una nostra presa di posizione, netta ed indiscutibile, in relazione al nostro lavoro in questo anno scolastico 2014-15 che siamo forzatamente costretti a subire", così inizia la lettera precisando che "non parteciperemo spontaneamente a commissioni, comitati, gruppi di lavoro, progetti didattici né ci assumeremo responsabilità di Coordinamento, tutoraggio, organizzazione o partecipazione a viaggi e visite di istruzione" e che la loro posizione "deve intendersi quale personale legittima risposta ad un sopruso attuato da chi ci governa nei confronti di lavoratori ai quali non è stata riconosciuta la "dignità " che dovrebbe essere dovuta a persone che hanno speso l'intera vita per l'educazione e la formazione culturale dei giovani.

In questo senso vorremmo che la nostra azione fosse intesa come "desistenza" contro una sorda, cieca ed ingrata "classe politica".

Ma da che cosa ha origine questa nuova frontiera?

La stragrande maggioranza di loro ha abbondantemente superata quella fatidica soglia, "quota 96" trascurata e dimenticata dall'allora Ministra prof.ssa Elsa Fornero, titolare del Dicastero del lavoro durante il famigerato Governo dei professori guidato dall'illustrissimo prof.

Mario Monti, chiamato con il preciso ed esclusivo compito di sanare le dissestate casse dello stato, ormai al collasso per inefficienza e gestione inappropriata.

Quali le cause?

Ma come sanare le casse dello stato? Dove tagliare le inefficienze? Chi e/o cosa colpire di inadeguato? Semplice: bisognava partire dalle pensioni, causa, dei buchi voraginosi del bilancio statale.

Ecco, quindi che la scure si abbatté su coloro che aspettavano di poter andare in pensione dopo anni di onesto lavoro, concedendo loro un'unica possibilità: aver raggiunto i requisiti necessari ( la famosa quota 96) entro il 31 dicembre 2011. Ma i professori-governanti, si dimenticavano, però, che non tutti i lavoratori avevano stesse prerogative, stesse scadenze, medesime situazioni contrattuali. Ci si dimenticava che proprio loro " i professori" durante la loro carriera scolastica avevano usufruito o goduto di normative, di calendari e di prerogative diversi dagli altri lavoratori, in nome della continuità didattica.

Errore o dimenticanza?

Dimenticavano "i Nostri", che il personale scolastico non può abbandonare il proprio posto di lavoro per andare in pensione, durante l'anno scolastico, ma che può sfruttare una solo uscita che corrisponde al primo di settembre.

Questo perchè il loro calendario non coincide con l'anno solare ma che va dal primo di settembre al 31 di agosto. Quindi, quella norma studiata a tavolino sul raggiungimento dei requisiti al 31 dicembre 2011, trascurava la peculiarità del calendario scolastico, bloccando ed intrappolando il personale che raggiungeva il requisito della quota 96 entro la scadenza del loro incarico e cioè il 31 di agosto.

Una situazione di stallo che si trascina d tre anni. Quali le prospettive?

E adesso, a distanza di tre anni, per gli ex quota 96 la situazione non è mutata nonostante le proteste, le azioni legali, le false promesse, a causa degli ostracismi, dei veti, delle bocciature, dei dietrofront. Ecco che non bastano più le manifestazioni di piazza.

 Come i quota 96 di Verbania, che decidono di incidere in modo diverso sull'andamento dell'anno scolastico, con una forma di protesta che avrà certamente ricadute pesanti sulla normale vita scolastica, sul suo iter procedurale. I docenti si augurano che anche da parte di altre realtà scolastiche si voglia utilizzare lo stesso strumento al fine di inviare un messaggio forte e chiaro a chi di dovere prima dell'inizio del nuovo anno scolastico.