È irremovibile la posizione della Cgil sulla possibilità di flessibilizzare l'uscita dal lavoro attraverso un contributo di solidarietà. Sono bastate infatti alcune considerazioni a voce alta del Ministro Poletti per scatenare nel pieno di agosto un vero e proprio putiferio politico. A dare il via proprio le parole del Ministro Giuliano Poletti, che si è dichiarato possibilista verso un prelievo di solidarietà dalle Pensioni più alte, a partire da una fascia di reddito che grosso modo potrebbe corrispondere ai 2.000 € - 2500 € al mese. In questo modo, potrebbero essere reperite le risorse necessarie alla tutela previdenziale delle parti sociali più deboli, come gli esodati, i lavoratori Quota 96 della scuola e coloro che hanno svolto un'attività usurante.

Le pensioni non si toccano, parola di Cgil

Se il ragionamento da un lato fila, è chiaro che dall'altra parte una vasta platea di potenziali interessati ha cominciato immediatamente a preoccuparsi. Stiamo parlando in particolare di coloro che hanno ottenuto l'assegno pensionistico attraverso il conteggio retributivo, piuttosto che con il penalizzante contributivo. La risposta dei sindacati non si è fatta attendere, tanto che Carla Cantone, segretario generale della Spi - Cgil, ha immediatamente rilasciato una dichiarazione: "le pensioni hanno perso il 30% del potere di acquisto negli ultimi 15 anni a causa delle manovre dei vari Governi […] è il momento di lasciare in pace i pensionati, altrimenti ci mobiliteremo.

La pazienza è finita!".

Il Governo deve decidersi a redistribuire la ricchezza

Secondo la Cgil, la soluzione del problema non può pesare sui pensionati con redditi medi, perché così si aggraverebbe ulteriormente la già difficile situazione recessiva e di calo dei consumi all'interno della quale si è bloccato il Bel Paese.

Un'ulteriore dichiarazione di Segretario Generale Cgil chiarisce meglio questo punto: "se il Governo necessita di risorse, deve decidersi una volta per tutte a redistribuire la ricchezza". L'idea è di andare a incidere su tutti i redditi alti e non solo su quelli derivanti dall'istituto della previdenza sociale. Negli scorsi giorni è arrivata anche la secca smentita del Premier sulla possibilità di una qualsiasi forma di prelievo dal sistema pensionistico. Sembra quindi probabile che dopo la reazione di sindacati e potenziali destinatari, i decisori pubblici abbiano accantonato l'idea per vagliare altre possibilità.