Reazioni piuttosto contrastanti quelle dei sindacati riguardo alla riforma Renzi-Giannini, le cui linee guida verranno annunciate venerdì prossimo dal Presidente del Consiglio e sulle quali vige il più stretto riserbo.
Il denominatore comune, in ogni caso, resta quel pessimismo che pervade l'ambiente scolastico sin dai primi giorni del mese di luglio ovvero dall'intervista rilasciata a 'Repubblica' dal sottosegretario al Miur, Roberto Reggi che parlava di aumento delle ore, di scuole aperte fino alle 22 e di supplenze 'sfilate' dalle mani dei precari.
I maggiori timori di brutte sorprese sono stati espressi dalla Flc-Cgil che, attraverso il suo portavoce, Mimmo Pantaleo, parla di una serie di tanti provvedimenti che non sono collegati tra loro, quasi una sorta di 'spot' del governo più che interventi strutturali veri e propri. Ciò che potrebbe scatenare una durissima reazione sarebbe l'eventuale intervento sugli scatti (blocco fino al 2016) e l'introduzione di elementi di meritocrazia estranei al sistema contrattuale: la priorità resta quella di lottare per il rinnovo economico per tutti. Altro punto critico espresso dal segretario generale della Flc-Cgil è rappresentato dal fatto che il governo non ha prima convocato i sindacati per discutere del progetto: 'Senza una visione d'assieme - ha detto Pantaleo - non si capisce dove si vuole portare la Scuola'.


Scuola, riforma Renzi-Giannini, Cisl e Uil: segnali positivi, ma il contratto resta la priorità

Francesco Scrima della Cisl Scuola, invece, vuole aspettare la proposta, visto che finora sono circolate solo indiscrezioni della stampa. Il segretario generale ha sottolineato come ci sia una forte attenzione del governo verso il sistema scolastico e il fatto che il Premier abbia ribadito che il Paese sarà quello che costruiranno gli insegnanti e la scuola è un elemento importante. Ora però dalle parole bisognerà passare ai fatti, ha detto Scrima, anche perchè se si parla di professionalità bisogna pensare anche allo stipendio bloccato da otto anni.
Anche Massimo Di Menna della Uil Scuola sottolinea il fatto che l'impegno per la scuola da parte dell'esecutivo è da interpretare positivamente ma se verrà trascurato il rinnovo del contratto, sarebbe inaccettabile. Bisogna riportare la spesa per l'Istruzione alla media europea nonchè valorizzare e sostenere il lavoro dell'insegnante; inoltre il precariato resta uno dei nodi più importanti da sciogliere e lo si potrebbe fare solo attraverso un sistema d'ingresso all'insegnamento più veloce (concorso e tirocinio subito dopo la laurea).