E' partito ufficialmente il progetto 'Scuola in chiaro' che riguarderà tutti gli istituti scolastici italiani e che riguarderà i rapporti di autovalutazione: come anticipato dal quotidiano 'Sole24ore' entro il prossimo mese di luglio 2015, infatti, tutte le scuole italiane saranno tenute a pubblicare questi dati che si baseranno su format e su indicatori comparabili, questo per permettere al Ministero dell'Istruzione di poter confrontare, per esempio, i risultati tra istituti dello stesso indirizzo di studio.
L'autovalutazione, quindi, sarà qualcosa di completamente diverso da quanto siamo stati abituati a vedere sin qui con i test Invalsi che non permettevano affatto questo tipo di confronto.
L'obiettivo è arrivare alla massima trasparenza: questo il concetto che vuole trasmettere il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini che, tra pochi giorni, dovrebbe firmare la nuova direttiva sulla valutazione degli Istituti scolastici che, in pratica, riprende il contenuto del Dpr montiano N.
80 del 2013.
Entro il prossimo mese di ottobre, l'Invalsi provvederà ad inviare a tutte le scuole il format contenente tutti gli indicatori comuni necessari per procedere all'autovalutazione. Entro i primi sei mesi del 2015, ogni scuola dovrà redigere il rapporto di autovalutazione a cui verrà aggiunto un piano per il miglioramento che dovrà essere aggiornato anno dopo anno. Per il mese di luglio 2015, questo rapporto sarà pubblicato sulla piattaforma 'Scuola in chiaro' e dal mese di settembre 2015 partirà la valutazione esterna che riguarderà solo alcune scuole che verranno selezionate: di questa valutazione esterna si occuperanno gli ispettori ministeriali.
Il Miur ci tiene a precisare che non sarà una competizione tra scuole, con premi ai più bravi e sanzioni ai 'cattivi': l'obiettivo comune è quello di migliorare la scuola.
Quali saranno gli indicatori che verranno forniti dall'Invalsi? Oltre all'apprendimento, l'autovalutazione riguarderà l'organizzazione e le dotazioni scolastiche, il contesto socio-economico (in base al territorio in cui si trova la scuola) e la tipologia di utenza del singolo istituto (questo per evitare che venga messa a confronto la scuola di un paesino di montagna con quella al centro di una grande città).
Naturalmente, per procedere correttamente all'autovalutazione, sarà necessaria una dovuta formazione degli insegnanti per quanto riguarda le normative da seguire per la raccolta dei dati: questo per assicurare al Miur la massima 'veridicità' delle informazioni riguardanti quella determinata scuola, senza ricorrere al 'bluff', l'aspetto forse più 'temuto' dal Ministero dell'Istruzione.