C'è ancora poca chiarezza circa le Pensioni Inps 2014, dopo che è stato convertito il DL 90/2014, ovvero quello riguardante la riforma della Pubblica Amministrazione. Proviamo dunque a definire alcuni punti cardine della questione, che interessa diversi lavoratori italiani prossimi alla pensione. Per quanto riguarda le pensioni di vecchiaia, rimangono in vigore le regole stabilite dalla riforma Fornero nel 2011, compresa quella di uniformare gradatamente i requisiti anagrafici dell'età pensionabile tra uomini e donne entro il 2018. La pensione di vecchiaia è conseguibile dopo aver perfezionato almeno 20 anni di contributi, esclusi i lavoratori interessati dalla deroga prevista dal Dlgs 503/1992 per cui ne bastano 15.

Tali requisiti vengono periodicamente innalzati per l'adeguamento alla stima di vita Istat. In base alle previsioni, entro il 2029, tutti potranno accedere alla pensione solo a 68 anni e 1 mese, siano lavoratrici o lavoratori dipendenti del settore privato, lavoratrici o lavoratori autonomi del settore privato, o lavoratrici e lavoratori del settore pubblico.

Pensioni 2014, Inps: pensione anticipata

È possibile anche usufruire della pensione anticipata, in base al perfezionamento dei requisiti contributivi:

  • 42 anni e 6 mesi di contributi per gli uomini;
  • 41 anni e 6 mesi di contributi per le donne.

Anche questi andranno aggiornati periodicamente in base alla stima di vita nei prossimi anni.

Nella PA è stata rettificata la risoluzione unilaterale, che deve essere esercitata al compimento dei 65 anni di età, o prima del compimento dell'età per la pensione di vecchiaia, nel caso in cui il lavoratore abbia raggiunto i requisiti per la pensione anticipata. In tal caso, la risoluzione diventa obbligatoria. Ad ogni modo la Pubblica Amministrazione può decidere per chi ha già raggiunto i requisiti per la pensione anticipata a 62 anni, di risolvere il rapporto di lavoro con atto senza pregiudizio e motivato.

Il dipendente non si potrà opporre. Insomma, cambia poco. E ancora meno cambia a favore del lavoratore. Non c'è da stupirsi se sono in pochi ad approvare la riforma delle pensioni e molti gli indignati per i super pensionati d'Italia.