Ufficialmente la questione si è chiusa nelle ultime settimane di agosto, quando una serie di avvenimenti inaspettati ha fatto calare il sipario dell'azione governativa riguardo il problema dei quota 96 nella scuola pubblica. Per riassumere brevemente le vicende che si sono susseguite in brevissimo tempo, prima è avvenuto l'inserimento e il successivo dietrofront di un'apposita sanatoria dalla riforma della pubblica amministrazione. Successivamente vi è stato il commento di alcuni membri del Governo sul fatto che le coperture non fossero certe, anche in considerazione del parere negativo della Ragioneria dello Stato e dei tecnici della spending review.

Infine è intervenuto direttamente sulla vicenda lo stesso Premier Matteo Renzi, che in un'intervista su rai 3 alla trasmissione Millennium ha sottolineato come andassero privilegiate situazioni di maggiore emergenza sociale, come quella degli esodati rimasti senza pensione e al contempo senza lavoro.

Sulla questione è successivamente calato il silenzio del Governo. Cosa sta succedendo?

Dopo l'escalation appena descritta, sulla vicenda è calato il silenzio del Governo Renzi; per i circa 4000 insegnanti e lavoratori ATA in procinto di iniziare un nuovo anno scolastico, una soluzione sembrerebbe rinviata a data da destinarsi. La situazione sarebbe degenerata anche per cause esterne, visto che l'economia italiana ha subito un improvviso peggioramento ed è tornata in recessione.

Difficile quindi reperire le risorse necessarie per un intervento sulle storture della materia previdenziale, anche se si renderebbe urgente a causa delle evidenti falle createsi con la Riforma Fornero del 2011.

Ricordiamo che stiamo parlando di lavoratori che non chiedono di ottenere il privilegio di un prepensionamento, ma piuttosto il ripristino del diritto già acquisito.

La platea dei Quota 96 è composta da dipendenti pubblici che hanno già maturato 36 anni di servizio e 60 anni di età anagrafica, oppure 35 anni di servizio e 61 anni di età. Il pensionamento è saltato semplicemente per una svista, cioè per il fatto che (nella fretta) la riforma del 2011 non ha tenuto in considerazione la differenza tra anno solare e anno scolastico.

Le rivendicazioni dei quota 96, bloccati dalla crisi mentre la pensione si allontana

In questa serie di avvenimenti i lavoratori quota 96 della scuola sono rimasti schiacciati in una specie di stallo; da un lato la grave situazione dei conti del Paese, che richiede a tutti sacrifici crescenti e che non permetterebbe di ripristinare quanto sarebbe dovuto di diritto. Dall'altro lato il silenzio del Governo, che vuole evitare nuovi annunci prima di poter assicurare la loro effettiva esecuzione. Allo studio dell'esecutivo ci sarebbe infatti una nuova forma di pensione anticipata, che potrebbe divenire disponibile per tutti con 35 anni di contribuzione e 62 anni di età. In questo modo, anche i Quota 96 riuscirebbero ad usufruire dell'iniziativa e ad ottenere il pensionamento.

Dal punto di vista finanziario, le risorse potrebbero essere trovate in un mix di tagli derivanti dalla fiscalità generale e dalla spesa pubblica attualmente impiegata in attività non produttive (la famosa spending review). Per sapere come andrà a finire, bisognerà attendere la presentazione della prossima legge di stabilità 2015, che però avverrà solo in autunno.