Si salvi chi può, è l'urlo che viene lanciato quando una nave sta per affondare ma, negli ultimi anni, è diventato anche l'urlo disperato di chi sceglie l'opzione donna per andare in pensione in anticipo e per risparmiarsi eventuali 'fregature' che possono essere nascoste dietro l'angolo.
Ormai, in Italia, stiamo assistendo ad un vero e proprio esodo di lavoratrici che scelgono di 'autopenalizzarsi' (con un assegno calcolato con il sistema contributivo) pur di lasciare il proprio posto di lavoro ed accedere alla pensione. Secondo gli ultimi dati forniti dall'Inps, solo nel 2014 sono state presentate ben 7.332 domande per l'accesso pensionistico attraverso l'opzione donna: facendo un rapido confronto, possiamo notare come alla fine dello scorso gennaio erano appena 1.122 e, nel corso degli anni, si è registrato un aumento sempre più marcato.

Pensioni, Inps e opzione donna: aumento costante delle domande dal 2012

Ricorderete come l'opzione donna fu introdotta in via sperimentale nel 2004 ma soltanto con l'avvento della riforma Fornero nel 2011, si è cominciata a registrare una vera e propria 'fuga' dagli uffici e dai propri posti di lavoro. Nel 2011 sono state inoltrate 1.377 domande, nel 2012 furono 5.646 e nel 2013, siamo saliti a 8.846: come detto, gli ultimi dati parlano di 7.332 domande in questo 2014 e con tutta probabilità verrà sfondato il 'muro' delle diecimila domande entro dicembre. C'è da tenere presente un altro elemento su cui pesa questo aumento esponenziale e cioè quello relativo alla data di 'scadenza' del provvedimento, fissata, salvo proroghe, al 31 dicembre del 2015, come da normativa contenuta nella stessa legge Fornero. Se non assisteremo, entro l'anno prossimo, ad un ulteriore allungamento dell'opzione donna, con tutta probabilità le domande del 2015 raggiungeranno livelli stratosferici, anche per il momento di estrema incertezza che sta vivendo il sistema pensionistico italiano. Ricordiamo, a questo proposito, quali sono i requisiti fissati per poter usufruire dell''opzione donna' contenuti nella legge 243/2004, con la distinzione per le lavoratrici dipendenti e per quelle autonome: le prime potranno andare in pensione a 57 anni, le seconde a 58, a cui bisognerà aggiungere tre mesi per l'aumento delle aspettative di vita, deliberato dal 1 gennaio 2013. Per entrambe le tipologie, resta invariato il requisito dell'anzianità contributiva pari a 35 anni.