Crescono le aspettative per i lavoratori della scuola Quota 96, dopo che il Ministro dell'istruzione Stefania Giannini ha risposto ad alcune contestazioni avvenute durante la festa nazionale del PD, svoltasi a Bologna nel Parco Nord della città. Proprio durante il suo intervento alcuni docenti appartenenti agli esodati della scuola avrebbero alzato la voce sulla loro questione, sottolineando come da parte dell'esecutivo non siano arrivate risposte nemmeno nel corso dell'ultimo Consiglio dei Ministri tenutosi lo scorso venerdì 29 agosto 2014.

Il Ministro invita i lavoratori della scuola ad avere fiducia

In risposta alle lamentele il Ministro Giannini ha rinnovato l'invito alla fiducia sul fatto che la questione verrà affrontata molto presto, tanto da pronunciarsi al riguardo già per il prossimo futuro: "aspettate venerdì".

E sarà proprio il prossimo venerdì 5 settembre che potrebbe essere una giornata fondamentale per i lavoratori in questione, visto che è stata finalmente annunciata una conferenza stampa sula pacchetto scuola. D'altra parte, secondo il Ministro è l'intero settore a necessitare di profonde riforme: nelle sue parole si evince che l'organico è sottodimensionato, che bisogna tornare a guardare agli standard internazionali e che gli stipendi devono adeguarsi a premialità, ma anche a penalizzazioni.

Dipendenti pubblici Quota 96 da tre anni attendono una soluzione

Parole comprensibili, ma che faticano a consolare i 4000 dipendenti pubblici rimasti bloccati nella scuola tre anni in più rispetto ai requisiti di pensionamento già acquisiti.

Si tratta di lavoratori ATA e di insegnanti classe 1951/52, con 36 anni di contributi e 60 anni di età, oppure con 35 anni di contributi e 61 anni di età. Nel 2011 la Riforma Fornero li ha alienati dal diritto al pensionamento, nonostante avessero già accumulato i requisiti necessari. Se "la scuola deve tornare ad essere ascensore sociale", come affermato dal Ministro Giannini, allora non si può pensare che il punto di partenza possa essere il protrarsi di una palese ingiustizia.