Quella appena trascorsa è stata una settimana scandita da numerosi annunci, dichiarazioni e anche da qualche ammissione sullo stato di fatto dell'attuale sistema previdenziale. Ad aprire le discussioni è stato un intervento del Commissario INPS Vittorio Conti, che ha presenziato da relatore in un dibattito sulla sostenibilità del sistema pensionistico. Le sue dichiarazioni hanno fatto il punto della situazione, aperto una nuova speranza per la possibilità di una pensione anticipata offerta a tutti i lavoratori, ma generato al contempo più di qualche malumore, a causa del calcolo contributivo proposto per poter rendere "fattibile" l'intervento.

L'idea di Conti è semplice: rendere flessibile la fuoriuscita dal lavoro trasformando l'opzione del pensionamento in una scelta soggettiva del lavoratore, che però si vedrà calcolare la mensilità della pensione con il metodo contributivo. In questo modo, si otterrebbe un duplice risultato, offrendo flessibilità al sistema e confermando la sostenibilità ottenuta attraverso la legge Fornero del 2011. Riprendendo le stesse parole di Conti, con un simile schema "in base alla contribuzione raggiunta si può decidere se andare avanti o meno", così da ottenere "non un trattamento uguale per tutte le tipologie di lavoro" perché "non tutti i lavori sono uguali e ad esempio un minatore non può lavorare fino a 80 anni".

Anche il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti apre alla pensione anticipata, ma con platea limitata ai lavoratori disagiati

Nel frattempo giunge qualche piccola apertura anche dall'interno del Governo Renzi. È Poletti ad accogliere l'invito che Cesare Damiano (Commissione Lavoro alla Camera) ha rivolto all'esecutivo per flessibilizzare l'ingresso al pensionamento ai lavoratori disagiati, come esodati, precoci o chi ha svolto lavori usuranti.

A tal proposito, il Ministro del Lavoro afferma che "è intenzione del Governo, nel contesto della Legge di stabilità, fare un esame di tutte le specifiche situazioni meritevoli di tutela previdenziale e pensionistica emerse nel corso del tempo e verificare se e come sia possibile pervenire a una loro soluzione". L'appuntamento sarebbe quindi per la metà del prossimo mese di ottobre, quando il Governo presenterà in Parlamento la legge di stabilità 2015, ma è lo stesso Poletti a mettere le mani avanti circoscrivendo la platea dei potenziali beneficiari ai soli lavoratori in condizioni di difficoltà.

Il problema sarebbe da individuare nella mancanza di risorse economiche, un fattore che già in passato ha bloccato alcune sanatorie in via di approvazione (come quella dei lavoratori Quota 96 della scuola).

Il Monito del FMI: con la recessione necessari ulteriori tagli alle Pensioni

Purtroppo la settimana si conclude con notizie preoccupanti dal fronte dell'economia. Dopo le previsioni nere dell'Ocse, anche il Fondo Monetario Internazionale rivede al ribasso le stime per il Pil nel 2014. Un evento imprevedibile fino a pochi mesi fa e che può portare a nuovi tagli sul lato delle pensioni, come per altro suggerito dallo stesso FMI che ritiene urgente implementare nuove misure di spending review: "ulteriori risparmi saranno difficili senza affrontare l'elevata spesa per le pensioni".

Andrebbe però ricordato che il settore della previdenza è stato uno di quelli che ha "dato" maggiormente al Paese, visto che la Riforma del 2011 ha avuto conseguenze gravi e ancora oggi irrisolte. E voi cosa ne pensate al riguardo? Fatecelo sapere con un commento all'articolo.