Non si placano le discussioni intorno alle linee guida per la riforma Scuola 2014 targata Renzi. Questa volta a parlare non sono stati i vari sindacati, che non godono di grande simpatia da parte dei precari e dei lavoratori del comparto scuola, ma Luigi Gallo del Movimento 5 Stelle, il quale, attraverso un'interpellanza, ha chiesto chiarimenti riguardo al nuovo sistema di scatti stipendiali che non saranno più connessi all'anzianità di servizio ma al "merito". Al di là della questione ancora "fumosa" riguardo alla maniera di decretare il docente "meritevole", l'interpellanza del M5S è stata volta a svelare il fatto che si tratti di una riforma scuola a costo zero, se non addirittura con possibilità di "risparmio" sulla spesa pubblica.
In questo articolo faremo il punto della situazione sulla riforma scuola 2014 e discuteremo l'interpellanza del M5S e la risposta del Governo.
Riforma scuola 2014, Renzi: il M5S chiede conto al Governo
Come abbiamo già accennato, l'interpellanza del M5S chiedeva al Governo di rendere conto di certi calcoli, secondo i quali il nuovo sistema di scatti stipendiali in realtà nascondesse una politica di tagli o, come si dice oggi, di spending review. Si tratta, secondo il M5S, di una delle questioni centrali della riforma scuola 2014 Renzi. Ebbene, a rispondere a Luigi Gallo ci ha pensato il sottosegretario Toccafondi il quale, per difendere la manovra, ha in realtà svelato che, se non altro, la riforma sarà a costo zero in quanto "le risorse attualmente destinate agli scatti stipendiali per il personale docente verranno utilizzate per il nuovo sistema di progressione non più basato solo sull'anzianità di servizio ma anche sul merito, sulla valutazione e sulle competenze acquisite nel tempo".
Riforma scuola 2014, Renzi: non sono previsti investimenti, ma tagli
La risposta non è stata politicamente quella che tutti si aspettavano. In poche parole la riforma scuola 2014 Renzi non prevede risorse aggiuntive, ma una sorta di razionalizzazione del sistema. Non può che suscitare polemiche questa presa di posizione ufficiale del Governo in quanto la riforma era stata "sponsorizzata" come quella che finalmente puntava tutto, anche attraverso investimenti, sulla professionalità docenti, sul merito e sulla valorizzazione del lavoro.
In realtà, secondo l'on. Gallo del M5S, non soltanto non si investe ma addirittura si taglia sui docenti, dal momento che lo Stato risparmierà circa un miliardo di euro con l'assenza di scatti stipendiali nel triennio 2015-2018.
L'impoverimento della categoria docenti, nascosta dietro la riforma scuola 2014 Renzi, si chiarisce limpidamente, secondo il M5S, quando si pensa che soltanto il 66% massimo dei docenti sarà considerabile "meritevole" e dunque "degno" di aumenti stipendiali, creando dunque una concorrenza spietata tra insegnanti con buona pace di ogni idea pedagogica di collaborazione tra insegnanti in vista del rendimento migliore possibile per l'offerta formativa.