Finalmente un po' di luce alla fine del tunnel degli esodati, grazie all'approvazione della sesta salvaguardia, anche se bisognerà attendere la prossima Legge di Stabilità per capire bene quante saranno le persone coinvolte. In commissione Lavoro al Senato della Repubblica è stato approvato il provvedimento riguardante la sesta salvaguardia degli esodati. La misura aveva già ricevuto l'okay alla Camera dei Deputati. I salvaguardati dovrebbero essere oltre 32 mila e saranno quei lavoratori che sono rimasti senza un impiego, ma che a causa di un errore della Riforma Fornero non hanno neppure la possibilità di accedere alla pensione.

La sesta salvaguardia scongiura il fatto che per alcune di queste scattassero i termini per non poter avere accesso al trattamento previdenziale dal 2015, il che li avrebbe costretti ad attendere ancora un ulteriore anno.

Per risolvere definitivamente la questione degli esodati, però, toccherà aspettare l'approvazione della Legge di Stabilità, grazie alla quale verrà stabilito il numero esatto di coloro che saranno salvaguardati e potranno andare finalmente in pensione nel 2015. I soggetti interessati dalla sesta salvaguardia sono i lavoratori in mobilità ordinaria, i lavoratori autorizzati a proseguire il versamento contributivo volontariamente, i lavoratori cessati, i lavoratori aventi un contratto a tempo determinato cessati dal lavoro nel periodo che va dall'1 gennaio 2007 al 31 dicembre 2011 ed i familiari di persone con disabilità.



Sesta salvaguardia, restano fuori i Quota 96

Purtroppo, oltre alla buona notizia ne troviamo una decisamente negativa, che riguarda gli esodati della scuola. I Quota 96, infatti, sarebbero esclusi dal provvedimento approvato dalla commissione Lavoro al Senato. Docenti e personale Ata, dunque, restano in una sorta di limbo e per loro sembra non esserci via d'uscita. L'ennesima salvaguardia ha ignorato i Q96 del comparto scuola ed una possibile soluzione per loro sembra ancor più lontana. Il Governo sembra non voler prendere in considerazione questo problema che coinvolge oltre 4 mila persone in Italia. Prima dell'estate scorsa sembra essere vicina una risoluzione, ma il tutto è saltato. Proprio a causa di questa immobilità del Governo italiano, nelle prossime settimane ci saranno diverse agitazioni sindacali che solleveranno nuovamente la questione. Il calendario delle prossime manifestazioni è molto intenso.