Nuove ipotesi di flessibilizzazione per i tanti lavoratori rimasti disagiati con la legge n. 214 del 2011, conosciuta anche come la legge Fornero. Il punto del contendere è semplice quanto preoccupante: con l'innalzamento dei requisiti anagrafici per l'accesso all'Inps avvenuto durante il Governo Monti, si è creata una categoria di lavoratori disagiati che nella migliore delle ipotesi è rimasta bloccata sul lavoro e in quella peggiore senza alcun reddito (com'è effettivamente avvenuto per gli esodati). Nella platea molto ampia degli sfortunati lavoratori troviamo i precoci, ovvero coloro che hanno iniziato un impiego in giovane età, accumulando decenni di versamenti; chi ha svolto lavori usuranti e fatica a mantenersi attivo a causa dell'età e tutti coloro che sono rimasti disoccupati in età avanzata, tanto da non riuscire più a trovare un nuovo impiego e da non avere al contempo la possibilità di accedere all'inps.

Per non parlare dei dipendenti pubblici quota 96 della scuola, insegnanti e lavoratori ATA rimasti bloccati sul lavoro per un periodo di tempo supplementare che può arrivare fino a 7 anni, nonostante abbiano maturato tutti i requisiti formali per accedere all'Inps.

Legge di stabilità 2015 delude le aspettative. Governo ignora il progetto Damiano, apertura alle mini Pensioni?

Con i presupposti appena descritti, è comprensibile perché molte persone avessero aspettative nei confronti del Governo Renzi. In particolare, vi era la speranza che con la legge di stabilità 2015 potessero arrivare dei provvedimenti sanatori almeno per le situazioni di maggiore difficoltà. Così non è stato purtroppo, tanto che è risultato del tutto disatteso il progetto di Cesare Damiano (Presidente della Commissione lavoro alla Camera) per la concessione della pensione anticipata a tutti i lavoratori che avessero acquisito almeno 35 anni di contribuzione e 62 anni di età, purché avvallassero una piccola penalizzazione del 2% per ogni anno mancante rispetto ai requisiti della legge Fornero.

Purtroppo la Ragioneria dello Stato e i tecnici del Ministero dell'Economia hanno bocciato la misura, considerata troppo costosa (30 - 40 miliardi secondo le prime stime).

Tiziano Treu, neo Commissario Inps: mini pensione rappresenta soluzione a costo zero

Nel frattempo, sulla questione è intervenuto anche il Neo Commissario dell'Inps Tiziano Treu, che è tornato a chiedere all'esecutivo Renzi per conto dell'istituto di previdenza italiano la possibilità di flessibilizzare l'uscita dal lavoro.

L'ipotesi delle "mini pensioni" consiste nel permettere un pensionamento anticipato di tre anni a tutti i lavoratori precoci, usuranti e disagiati attraverso il meccanismo del prestito pensionistico. Lo Stato anticiperebbe i contributi mancanti rispetto ai requisiti, per poi richiederli attraverso delle piccole rate da addebitare sulle pensioni erogate.

Un'ipotesi che avrebbe l'indubbio vantaggio di non pesare troppo sui conti pubblici, ma che non sembra molto popolare tra i futuri pensionandi. A tal proposito, ecco cosa pensa C.S., uno dei lettori di blasting news: "è semplicemente assurdo parlare ai lavoratori precoci di un mini prestito pensionistico. Dopo aver iniziato a lavorare a 15 anni e versato oltre 40 anni di contribuzione è sacrosanto diritto avere la pensione". Come sempre, siamo a vostra disposizione per dare voce alle vostre opinioni attraverso i commenti; se invece volete restare aggiornati sulla vicenda, potete utilizzare il tasto "segui" in alto a destra.