La Legge di Stabilità si avvicina e molti si chiedono se al suo interno saranno menzionate le voci: pensione anticipata a 62 anni, flessibilità, prestito Inps, Trf in busta paga, insomma se davvero qualcosa cambierà o se resteranno belle parole. La maggioranza dell'opinione pubblica ritiene che il Governo Renzi dovrebbe non solo pensare alla Riforma del lavoro e alla cancellazione dell'art 18, ma soprattutto al sistema previdenziale italiano, troppi ormai i nodi lasciati irrisolti che meriterebbero di essere presi seriamente in considerazione. Le proposte di pensione anticipata e di tutte le forme di flessibilità che avrebbero potuto limare i "danni" provocati dalla Riforma Fornero, sono attualmente rimaste incompiute specialmente per un problema di fondi, le scarse coperture finanziare non sarebbero sufficienti a sponsorizzare tali cambiamenti radicali.
Nell'ultimo periodo, però,differenti esponenti politici hanno esortato, a gran voce, una rimodulazione del sistema previdenziale italiano, che punti a concedere in primis maggiore flessibilità in uscita e che dia maggiore fiducia al lavoratore, dandogli libertà di scelta circa i tempi con cui accedere alla pensione.
Pensione anticata a 62 anni, flessibilità, prestito Inps: filo rosso "liberta di sceltà"
Sostenitore della libertà di scelta è Vittorio Conti, commissario straordinario dell'Inps, che ha ribadito l'importanza di rendere maggiormente flessibile il sistema previdenziale pubblico rispetto ai tempi e ai modi di uscita dal mercato del lavoro. Il pensiero di Conti così ben si sintetizza ""Raggiunta una certa quota di contribuzione si potrebbe lasciare la libertà".
Ogni lavoratore è differente da un altro, spetterebbe dunque a lui decidere, raggiunta una quota contributiva fissa, se uscire anticipatamente dal mercato del lavoro o meno. Stessa libertà che sottostà all'idea rilanciata da Cesare Damiano "pensione anticipata a 62 anni", che permetterebbe al lavoratore raggiunti i 35 anni di contributi di scegliere se uscire dal mercato del lavoro dai 62 ai 65 anni con penalizzazioni o se proseguire dai 67 ai 70 anni maturando dei premi sull'assegno pensionistico finale.
Il ministro del lavoro Poletti, dal canto suo, ha proposto la pensione anticipata senza penalizzazione, fino al 31 dicembre 2017, se si sono raggiunti i 62 anni d'età. Anche se in molti sperano che la proposta, che ha entusiasmato l'onorevole Gnecchi, possa trovare accoglimento nella prossima Legge di Stabilità, a noi i dubbi permangono visto anche il monito giunto dal FMI che accusa l'Italia di spendere troppo per la previdenza.
Prestito Inps e TFR in busta paga: Decisiva la Legge di stabilità, se i fondi lo permettono
Ultima proposta di Poletti è la ripresa in considerazione del Prestito Inps (APA), la possibilità per il lavoratori a cui mancano pochi anni alla pensione, di accedervi da subito contraendo un prestito con l'Inps. Prestito che andrebbe poi reso, senza interessi e con decurtazioni mensili minime, una volta raggiunti i requisiti per l'assegno pensionistico definitivo. Altra novità al vaglio del Governo è la proposta di Padoan di dare metà Tfr in busta ai lavoratori per rilanciare i consumi. L'idea era già stata proposta da Landini "il Governo dovrebbe permettere a un lavoratore di tenere il Tfr in busta paga se lo vuole. Nonostante il noto problema dei fondi e la scarsa voglia di reperirli, taglio annunciato sugli assegni d'oro e d'argento subito smentito, si darà al lavoratore la giusta libertà di scelta?