Alla luce della recente sentenza della Corte di Giustizia Europea riguardante l'abuso dei contratti a termine nella Pubblica Amministrazione, con particolare riguardo al settore scolastico dove oltre 250.000 precari attendono di conoscere i meccanismi attraverso i quali è possibile fare ricorso, è opportuno fare chiarezza su alcuni aspetti fondamentali con l'obiettivo concreto di fornire un aiuto a chi cerca una soluzione alla propria posizione.
Significato della sentenza
La sentenza in questione, emessa su presentazione del ricorso di Anief, apre a tutti gli effetti la possibilità della stabilizzazione per tutti i precari.
Chiariamo subito che il ricorso non è assolutamente legato all'adesione al sindacato Anief in quanto occorre che ciascuno valuti la propria posizione attraverso un proprio avvocato, ferma restando la possibilità di aderire ai ricorsi che a breve saranno avviati anche dalle altre sigle sindacali. Non c'è automatismo nel senso che la sentenza non fa in modo che dal prossimo anno tutti vengano immessi direttamente in ruolo. Nei fatti Strasburgo intima ai Tribunali italiani di adeguarsi a questa sentenza nel momento in cui saranno chiamati ad esprimersi in merito. Il significato della sentenza si riassume nel fatto che è certo il comportamento illegittimo dello Stato al ricorso reiterato dei contratti a termine senza giustificato motivo e pertanto si ha diritto al risarcimento.
Per questo motivo bisogna che ciascun docente faccia causa individualmente.
Dubbi e questioni sollevate dai docenti
Le principali eccezioni sollevate dai docenti riguardano la stipula di contratti con durata al 30 giugno rispetto ai contratti fino al 31 agosto. Non esiste discriminante alcuna tra le due tipologie perché anche la stessa distinzione tra organico di fatto e organico di diritto è assolutamente esiziale ai fini dell'abuso dei contratti a termine.
Entrambi gli organici vanno a costituire contingenti di insegnanti atti a soddisfare le esigenze temporanee del fabbisogno statale e la differenziazione costituitasi non esime l'amministrazione pubblica dal produrre giustificato motivo.
Quindi si può ricorrere anche se si hanno incarichi conferiti in parte su posto vacante e in parte su posto disponibile, che siano per maternità o che siano spezzoni di orario, senza vincolo alcuno di consecutività tra contratti stessi.
L'unica esclusione accertata fino a questo momento riguarda il cumulo di supplenze brevi che restano giustificate dai contratti a termine.
Altre posizioni
Per tutte le altre posizioni che Anief non accoglie nella sua iniziativa non è assolutamente preclusa la possibilità di fare ricorso. Chi ha meno di 36 mesi di contrattazione o si trova nella III fascia delle graduatorie può sempre fare riferimento alla direttiva comunitaria numero 1999/70 che in Italia trova applicazione in un preciso decreto legislativo che regola i contratti a termine, noto come numero 368/2001. Brevemente viene stabilito, rinviando ad una attenta lettura direttamente al testo di legge, che il secondo contratto a termine stipulato entro 90 giorni dalla scadenza del precedente è da intendersi a tempo indeterminato.
Evidente che il precario interessato possa promuovere anche una azione collettiva (Class Action) presso un legale di fiducia che gli farà firmare una istanza di accesso agli atti della P.A. avviando l'azione a nome di tutti i ricorrenti chiamati a partecipare. Questa formula consente un notevole risparmio economico nelle spese processuali.