Non viene meno il dibattito intorno al comparto previdenziale: l'opinione pubblica continua a sperare che al più presto vengano accolte misure a favore della flessibilità in uscita come la pensione anticipata a 62 anni e la Quota 100. Si ipotizza anche la Mini pensione di Tiziano Treu, sebbene attualmente le intenzioni del governo restino nebulose, infatti, anche l'incontro tra la Madia e i sindacati non ha portato a soluzioni concrete. In tanti si chiedono fiduciosi se la pensione anticipata a 62 anni e la Quota 100 siano le soluzioni più probabili, ossia quelle su cui il premier Renzi, vista la mole di cittadini favorevoli a queste misure, punterà per calmare gli animi dei tanti lavoratori esausti.
Pensione anticipata con Quota 62, Quota 100 o Abolizione legge Fornero?
Ricordiamo che esiste sempre la possibilità che si vada incontro all'abolizione della Legge Fornero: Salvini (Lega Nord) ha già ottenuto il sì della Corte di Cassazione al referendum abrogativo, se giungesse anche il via libera da parte della Corte Costituzionale ed il referendum passasse il Governo correrebbe il rischio di vedere vanificati 80 mld già messi a bilancio fino al 2021 dalla famigerata Riforma.
Converrebbe dunque al premier, anche secondo coloro che in realtà sperano la Legge Fornero venga cancellata, concedere ed al più presto la pensione anticipata ai lavoratori disagiati che più duramente sono stati colpiti dalla Legge del 2011, forse solo così si potrebbe evitare di andare verso l'abolizione totale della Riforma.
Inoltre, come ha ribadito più volte Cesare Damiano, concedere una maggiore flessibilità in uscita non solo permetterebbe a molti lavoratori tra cui Quota 96, esodati, precoci ed usuranti di poter accedere finalmente all'agognata pensione, ma permetterebbe anche quel sano turn-over generazionale che consentirebbe finalmente l'ingresso delle nuove leve nel mercato del lavoro.
Pensione anticipata a 62 anni, Quota 100: soluzioni più probabili?
Vediamo in dettaglio le due proposte di Damiano: la pensione anticipata a 62 anni permetterebbe con un meccanismo di premi e penalizzazioni di uscire dal lavoro a partire appunto dai 62 anni con un decremento al più dell'8% sull'assegno pensionistico finale.
La decurtazione scenderebbe al 6% a 63 anni, al 4% a 64 anni , al 2% a 65 anni, non vi sarebbero penalizzazioni a 66 anni, vi sarebbero poi incentivi pari al 2% in più per ogni anno lavorativo fino a 70 anni, dove si raggiungerebbe un assegno maggiorato dell'8%.
La proposta di per sé interessante, vista la flessibilità interna alla misura, richiederebbe uno stanziamento di ben 40 mld di euro: dubitiamo, visti gli scarsi fondi a disposizione per il comparto previdenziale, che questa possa essere la soluzione che sceglierà il Governo Renzi.
Resta più probabile la seconda proposta "riesumata" da Damiano ossia la Quota 100, che consentirebbe a tutti coloro che sommando età anagrafica e contributiva raggiungano la soglia 100 di andare in pensione.
Questo permetterebbe a diversi lavoratori di poter accedere alla pensione anticipata, es: 40 anni di contributi 60 d'età, oppure 62 anni e 38 di contributi e via discorrendo. Potrebbe dunque essere la Quota 100 la soluzione più idonea per un riassetto del comprato previdenziale? Sono in molti i lavoratori a crederlo, tra cui un nostro lettore, Luigi C: "Quota 100 mi pare un giusto compromesso, perché il Governo Renzi ignora questo problema che potrebbe aprire le porte ai tanto nominati giovani?".