Prosegue il dibattito in tema di pensioni 2015 con opzione contributivo donne: l’istituto, rivolto alle sole lavoratrici, consente di abbandonare l’impiego a 57 o 58 anni di età più 35 di contributi, il tutto a fronte di assegni previdenziali calcolati col metodo contributivo e dunque più ridotti rispetto a quelli cui si avrebbe diritto col retributivo di una media che oscilla tra un meno 20 e un meno 30%. La situazione connessa alle Pensioni 2015 con opzione contributivo donne in realtà è molto lineare: a novembre scadranno i termini di presentazione della domanda per le dipendenti del settore privato mentre il mese dopo scadranno quelli per le dipendenti del settore pubblico, ecco che a fine anno le dipendenti del comparto privato e quelle del settore pubblico raggiungeranno le colleghe inquadrate come lavoratrici autonome i cui termini di fruizione della stessa opzione contributivo donne sono già scaduti lo scorso maggio.

Da tempo si parla di una proroga che possa consentire l’esistenza stessa di pensioni 2015 maturate con l’opzione contributivo donne ma il provvedimento, che sarebbe dovuto arrivare in Legge di Stabilità, non è mai stato ratificato. Se nel recente passato il governo Renzi ci ha abituato a non convalidare provvedimenti inerenti il comparto previdenziale per l’eccessiva onerosità francamente non si comprende l’ostracismo dimostrato dall’Esecutivo nei riguardi di una misura che a conti fatti produrrebbe solo risparmi e vantaggi per tutti. Ma quanto costerebbero le pensioni 2015 con opzione contributivo donne?

Pensioni 2015 con opzione contributivo donne: la proroga in cifre

Per aver un’idea di quanto ‘costerebbero’ delle pensioni 2015 con opzione contributivo donne non possiamo che rifarci alle conferenza stampa tenuta due settimane fa dal membro del PD e della Commissione Lavoro Maria Luisa Gnecchi: ‘Per capire come l’opzione contributivo convenga anche allo Stato basta fare un semplice ragionamento: una proroga costerebbe circa 554 milioni di euro sino al 2019, ma di là in poi lo Stato avrebbe solo un guadagno per via degli assegni erogati’ ha esordito la Gnecchi aprendo la conferenza stampa sulle pensioni 2015 con opzione contributivo donne. Di che tipo di risparmi si sta parlando esattamente? ‘L’aspettativa di vita di una donna ad oggi è 84 anni - ha proseguito il membro del PD - seguendo questo schema le donne che fruiranno del contributivo oggi riceveranno la pensione fino al 2041; se fino al 2019 la misura costerebbe 554 milioni, dal 2019 ci sarebbero solo risparmi per un totale di un miliardo e 729 milioni di euro’. Ecco snocciolati in cifre tutti i costi che dovrebbe sostenere la macchina statale per garantire l’esistenza stessa di pensioni 2015 maturate con l’opzione contributivo donne: e allora perché non ratificare una proroga specie in un momento nel quale è montata una clamorosa polemica connessa agli enormi costi delle pensioni d’oro?



Oltre ad una questione di cifre c’è poi da considerare un fattore di coerenza: da tempo si parla di una riforma delle pensioni 2015 che risulti in grado di flessibilizzare l’uscita dal lavoro rendendo l’intero processo meno rigido, ecco che l’opzione contributivo donne, allo stato attuale, costituisce uno dei pochissimi istituti già configurati che procede verso questa direzione. Per di più a costo zero. A questo punto non possiamo che spiegarci la mancata proroga con un semplice disinteresse dell’Esecutivo, che potrebbe comunque provvedere a ratificare la misura entro la fine dell’anno. Staremo a vedere, e Voi che idea vi siete fatti? Per quale motivo dal vostro punto di vista il governo stenta a ratificare una proroga dell’opzione contributivo donne? Dateci un giudizio commentando il pezzo qui sotto! Se desiderate continuare a rimanere aggiornati sull’argomento vi invitiamo a cliccare il tasto ‘Segui’ in alto a destra.