Non si fermano le polemiche e le discussioni intorno alla riforma Pensioni Renzi 2014/2015. Il momento legislativo in cui è necessario discutere della legge di stabilità rappresenta sempre un importante passaggio nelle riforme. Ed è proprio all'interno delle discussioni sorte in questi ultimi giorni che due questioni sono venute allo scoperto: da un lato la questione degli effetti del PIL negativo sulla rivalutazione del montante contributivo dei futuri assegni pensionistici e su questo punto è intervenuto il Commissario straordinario dell'Inps, Tiziano Treu; dall'altro l'annuncio che, con la sesta salvaguardia, sarebbe finito il meccanismo di tutela per i lavoratori esodati. All'appello ne mancherebbero circa 50mila che, stando così le cose, resterebbero senza pensione né lavoro.

Ecco, allora, le news del 14 novembre sulle discussioni intorno alla riforma pensioni Renzi 2014/2015.

Riforma pensioni Renzi 2014/2015, news 14/11: l'intervento di Treu sulla questione della svalutazione

Uno dei temi più importanti per quanto riguarda una riforma pensioni Renzi 2014/2015 concerne la famosa questione dell'effetto che un PIL negativo potrebbe avere nel meccanismo di rivalutazione del montante contributivo degli assegni pensionistici futuri. Tiziano Treu è intervenuto sulla questione a margine di un'audizione che si è tenuta nella Commissione Lavoro al Senato e ha ribadito qual è l'idea dell'Inps: congelare l'effetto del PIL negativo. Il Commissario ritiene infatti che il congelamento rientri pienamente nella prassi legislativa in quanto la legge Dini del 1995 parla di rivalutazione e non di svalutazione.

In poche parole, stando alle premesse di Treu, non è necessario inserire una norma ad hoc nella legge di stabilità perché la legge in vigore già permette il "congelamento" e in più, al momento, non sussiste neanche un problema di copertura economica perché la questione verte soltanto su un sistema di calcolo.

Riforma pensioni Renzi 2014/2015, news 14/11: il pasticcio esodati, circa 50mila senza tutela

Si attendevano nella legge di stabilità maggiori misure in vista di una riforma pensioni Renzi 2014/2015 e invece giungono un po' come una doccia gelata le dichiarazioni di Tiziano Treu e del dg Mauro Nori che hanno annunciato, durante un'audizione alla Commissione Lavoro al Senato, come il sistema delle "salvaguardie" sia giunto al termine.

In realtà, non si tratta di un fulmine a ciel sereno: già a settembre era stato approvato un ordine del giorno che metteva fine al sistema delle salvaguardie e impegnava il governo a trovare altre soluzioni alla questione che non riguardassero lo strumento previdenziale. Si parla infatti di misure di invecchiamento attivo, cioè trovare il modo di reinserire nel mondo del lavoro gli esodati restati esclusi e che sono nel numero di circa 50mila.

La questione però è delicatissima: si tratta comunque di lavoratori che hanno cessato il servizio entro il 2011 e quindi prima della riforma pensioni Fornero. Si tratta di una decisione che ha dell'incredibile e si spera comunque in una soluzione politica.