Il lavoro sempre di più passa per i social network. Lo sostiene un'indagine di Adecco, la società di lavoro interinale, secondo la quale il 67% dei candidati utilizza i social con preferenza verso Linkedin (41%) rispetto a Facebook (23%). La percentuale di utilizzo è analoga anche per i recruiter che rispetto ai candidati sono maggiormente concentrati su Linkedin. Il 66% utilizza i social e il 59% si indirizza sul network professionale rispetto al 19% di Fb.

Laureati e persone nella fascia di età fra i 34-49 anni sono le categorie che di più ritengono importante utilizzare i social per distribuire il proprio cv, ma i contatti non riguardano solo le fasce più istruite.

Secondo l'indagine realizzata attraverso interviste a poco più di 7500 candidati e 269 recruiter italiani, se è vero che chi possiede un master o un dottorato ha un'altissima probabilità di essere contattato (86%), i più alti tassi di incontro fra domanda e offerta di lavoro si hanno con le persone con qualifiche medio-basse.

In Rete quasi il 70% dei candidati si dedica alla ricerca di annunci, il 53% effettua delle ricerche sulle pagine aperte nei social delle aziende di suo interesse, il 47% cura la propria immagine sul web e il 56% invia la propria candidatura. Un altro 44% cerca di saperne qualcosa di più sui possibili datori di lavoro. Un'attività che qualche anno fa aveva generato anche la nascita di qualche sito specializzato nelle opinioni, rigorosamente anonime sui datori di lavoro.

Un filone internettiano che si è però esaurito col tempo. E allora meglio girare fra le pagine di Fb o Linkedin per cercare di capire qualcosa in più sugli ambienti di lavoro.

In genere comunque sembra che i candidati siano abbastanza attenti nella gestione della propria immagine. La maggior parte ha impostato il profilo in modo da essere visibile solo agli amici, e comunque è convinto che sia sempre il caso di mantenere una immagine professionale anche sulla rete.

Esiste la consapevolezza che l'immagine online può essere molto importante per il futuro lavorativo visto che la rete di solito non dimentica, per questo in molti affermano di dedicarsi con una certa attenzione alla cura di quello che viene definito personal branding.

L'attività più interessante secondo i candidati per le pagine social delle aziende sono quelle riguardanti le posizioni aperte, ma in generale le pagine all'interno dei social network vengono viste soprattutto come bacheche più che come luoghi dove iniziare una relazione con l'azienda.

Dal punto di vista dei recruiter sui social si cercano soprattutto le esperienze professionali dei potenziali candidati, le informazioni personali e si cerca di capire la personalità che può emergere dal profilo. Meno interessanti sono gli hobby e le foto del candidato. Ma bisogna stare attenti. Ogni commento fuori luogo o su tematiche particolari, alcol o stupefacenti, o una foto bizzarra possono costare parecchio.