Continua il dibattito riferito a riforma pensioni 2015 e previdenza: all'orizzonte lo spauracchio (per il governo Renzi) del referendum abrogativo che in primavera potrebbe portare alla cancellazione della Legge Fornero, nel mezzo una serie di manovre di riforma che convergono tutte sul piano Damiano, alle spalle l'UE che continua a far sentire il fiato sul collo al nostro Premier, che da una parte rivendica autonomia e dall'altra segue i dettami imposti al Vecchio Continente con l'ubbidienza che si converrebbe ad uno scolaro. Questi i temi portanti dell'attuale contesto riferito a riforma Pensioni 2015 e previdenza, uno scenario in continuo divenire e sempre più complesso da decifrare.
L'accelerata delle ultime settimane si deve senz'altro all'ok della Cassazione al referendum pro abolizione della Legge Fornero, un pronunciamento questo che ha portato l'UE a sottolineare nuovamente come i passi in avanti compiuti dall'Italia in questi anni dipendano in gran parte dal progressivo assottigliamento delle risorse destinate alla previdenza. Lo stesso Renzi ha difeso a spada tratta la Legge Fornero sottolineando come 'al momento sia la migliore possibile': sempre dall'UE è giunto ieri l'ok alla revisione della Direttiva Pensioni IORPs, l'idea rimane dunque quella di creare politiche comunitarie e unitarie anche sul fronte previdenziale. Peccato che ogni paese abbia le sue specificità e i propri problemi, ecco che l'Italia dovrebbe guardare ad una riforma delle pensioni 2015 che si dimostri in grado di tenere a mente anche equità e giustizia sociale, concetti troppo spesso sepolti sotto la necessità di una riduzione ad ogni costo delle risorse da investire.
Far crescere il mercato del lavoro in entrata 'dimenticandosi' di chi deve ancora abbandonare l'impiego sarebbe un po' come sforzarsi di correre dopo aver riscontrato pesanti difficoltà nel camminare.