Dal gennaio 2012, con la Legge Fornero, tutti i lavoratori sanno che il versamento annuale del datore di lavoro ad Inps, a beneficio del futuro assegno pensionistico, viene calcolato con il sistema "contributivo". Cosa comporta, in termini economici, per i nostri giovani, futuri pensionati del 2055? Prima di questa data avremo dei pensionati con calcolo "misto": retributivo - contributivo, mentre oggi abbiamo solo i 172.000 "salvaguardati", (merito delle 6 leggi di salvaguardia 2012-2014), che vanno e/o andranno presto in pensione con la legislazione antecedente, cioè con il sistema "retributivo".
Che cos'è Il calcolo contributivo?
In merito al calcolo contributivo, che si ipotizza possa essere utilizzato in una prossima revisione, è opportuno evidenziare che, probabilmente, non sarà quello contributivo puro, per il quale c'è totale e giusta corrispondenza tra contribuzione versata e prestazione pensionistica liquidata, ma quello contributivo già utilizzato per l'opzione donna, e che può definirsi "contributivo modificato" .
Attenzione! quest'ultimo prevede che le contribuzioni antecedenti al 1986 vengano rivalutate non con l'indice di capitalizzazione del periodo, (dell'ordine del 15%-20%), ma con un indice relativo al decennio 1986/1995, che risulta più che dimezzato rispetto a quello reale.
In tal modo non ci sarebbe corrispondenza alcuna tra la contribuzione versata e la prestazione pensionistica pagata, significativamente ed ingiustamente ridotta e non si raggiungerebbe certamente l'obiettivo di equità che si "proclama", e si vuol far credere, si voglia perseguire.
Cosa succederà a chi andrà in pensione da oggi al 2020?
Applicando il "contributivo puro", (tanto hai versato, tanto riprenderai + gli interessi), per le Pensioni medio basse e non caratterizzate da improvvise impennate negli ultimi anni, questa operazione potrebbe rivelarsi addirittura un boomerang per le casse dello Stato perché, da verifiche effettuate, con questo metodo, non si registrerebbero delle decurtazioni ma, in molti casi, addirittura degli aumenti rispetto al calcolo retributivo, (non per le pensioni di elevato importo).
Applicando il "contributivo modificato", (cioè puro dal 1/1/1996, e corretto, a "sfavore" del contribuente, per gli anni precedenti; anche per gli anni dal 1973 al 1985 viene applicato il coefficiente relativo al decennio 1986/1995, decennio nel quale gli indici del PIL e dell'inflazione risultavano molto più ridotti). I futuri pensionati vedrebbero "decurtato" il loro assegno pensionistico rispetto a ciò che legittimamente hanno versato nei primi anni di lavoro.
Si tratta di un furto "mascherato"?
Solo il lettore che si informa adeguatamente, potrà dare una risposta e/o fare le legittime rimostranze a chi di dovere! Per ora il nuovo Presidente Inps, Tito Boeri, nel suo "giro" di consultazioni, (il presidente del consiglio Renzi ed il suo consigliere economico, il ministro Padoan, il commissario Treu), riflette su una "nuova" governance" dell'Inps e su una "mission" di equità e flessibilità in uscita richieste da molti eminenti esperti del settore.