Alle audizioni che si sono svolte in Parlamento, Tito Boeri, il nuovo presidente dell'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (Inps), ha comunicato di essere pronto a ritirare la propria disponibilità alla guida dell'Istituto nel caso in cui Camera e Senato dovessero esprimere parere negativo sulla sua nomina. 'Se il Parlamento dovesse esprimere parere negativo sulla mia nomina a presidente INPS ritirerò la mia disponibilità a ricoprire la carica'. Queste sono le parole dell'economista. Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro alla Camera, finita l'audizione ha voluto commentare spegnendo la polemica: 'Non ho alcun dubbio sulla nomina di Tito Boeri al vertice dell'INPS.

Abbiamo seguito una regola sulla sua nomina, nessuno può dire che abbiamo mancato un passaggio'. Damiano prosegue nella sua dichiarazione dicendo che Boeri 'ha avuto incarichi di direzione di corso di laurea, ha un'esperienza e un curriculum di tutto rispetto. L'approccio dell'economista è stato rispettoso. Spero che diventi anche elemento di discontinuità che affronti il problema della governance dell'Istituto'.

Ma perché tutti questi dubbi sulla nomina in questione? Essi erano nati dopo le osservazioni effettuate dal deputato Sergio Pizzolante di Area popolare, il quale aveva presentato un documento nel quale anche se esprimeva un giudizio positivo sulle capacità della persona metteva in evidenza la mancanza di una specifica capacità manageriale ed una qualificata esperienza da parte di Tito Boeri nell'esercizio delle funzioni attinenti l'Ente previdenziale; requisiti espressamente richiesti dal decreto legislativo numero 479/94 che specifica le norme sulla nomina del presidente dell'INPS.

Questa situazione ha anche, per il momento, annullato l'incontro previsto tra Tito Boeri e il ministro dell'economia, Pier Carlo Padoan, nel quale saranno affrontate argomentazioni relative alla riforma delle pensioni. Nei prossimi giorni vedremo come la situazione verrà risolta dal governo guidato da Matteo Renzi.