Sembra sempre di più svanire la possibilità di una riforma pensioni 2015 di tipo strutturale e così provvedimenti e norme specifiche vengono costantemente inserite all'interno di ddl più vasti e il cui contenuto parla d'altro. È quanto accaduto nel Consiglio dei Ministri di venerdì 20 febbraio, quando il governo Renzi ha licenziato il disegno di legge che regola la concorrenza, inserendovi una norma che regola e modifica la previdenza complementare. La più grande novità - che, però, va analizzata in profondità - riguarda il fatto che coloro che hanno aderito ad un fondo di previdenza complementare e hanno perso il lavoro da più di due anni e si trovano ad essere a meno di dieci anni dal raggiungimento dei requisiti pensionistici potranno fare richiesta della prestazione complementare in maniera anticipata.

Cambia la previdenza complementare: ecco la riforma delle pensioni 2015 a costo zero

La riforma delle pensioni per il 2015, tanto agognata quanto ancora un miraggio, procede attraverso norme che regolamentano settori specifici. L'articolo 15 del disegno di legge sulla concorrenza regola infatti l'accesso alla previdenza complementare. La norma precedente, contenuta nel comma 4 dell'art. 11 del Dlgs n. 252 del 2005, regolava l'accesso alle prestazioni anticipate mediante i seguenti requisiti: bisognava aver perso il lavoro da più di 4 anni ed essere a meno di 5 anni dal raggiungimento dei requisiti per la pensione pubblica. Il cambiamento contenuto nel ddl concorrenza allarga le maglie e muta radicalmente i requisiti per l'anticipo: colui che ha perso il lavoro da più di 2 anni e si trova a meno di 10 anni dal raggiungimento della prestazione obbligatoria potrà fare richiesta di anticipo sulla previdenza complementare.

Si tratta di una riforma delle Pensioni complementari a costo zero per le casse dello Stato e soprattutto a rischio e pericolo dei richiedenti. La questione è che un anticipo di 10 anni sulla liquidazione della prestazione complementare comporta un abbassamento deciso dell'importo dell'assegno, dunque dovrà essere una decisione da prendere con molta cura e ponderata con molta attenzione.

Riforma pensioni 2015: tassazione al 23% per il riscatto della prestazione maturata nel suo complesso

L'articolo 15 del ddl concorrenza prevede anche un cambiamento della legislazione sui fondi pensione di tipologia individuale. Diversamente dalla precedente normativa, se un lavoratore si trova nella condizione di perdita dei requisiti per la partecipazione ad un fondo (si tratta del caso delle dimissioni o di un licenziamento) sarà possibile riscattare l'intera prestazione maturata con una tassazione al 23%.

Anche in questo caso la decisione andrà presa con molta cura e con le giuste cautele. È tutto con le ultime novità sulla riforma pensioni 2015. Se desiderate ricevere aggiornamenti, potete cliccare su "Segui" posto in alto al di sopra del titolo dell'articolo.