Sul tema della riforma Pensioni 2015 è intervenuto nuovamente il ministro Poletti in un'intervista rilasciata oggi sul quotidiano Avvenire. Al centro della discussione c'erano i decreti attuativi del Jobs Act e quei provvedimenti di razionalizzazione dei contratti di lavoro: si tratta per il ministro di un momento decisivo per l'Italia, da questo momento i neoassunti potranno ricevere con maggiori facilità contratti a tempo indeterminato nella sua nuova forma a tutele crescenti. Resta, però, in sospeso la discussione sulla riforma delle pensioni, questione che per il ministro Poletti deve essere ritenuta assolutamente centrale nei prossimi mesi di azione di governo.

Proseguono, però, i "mal di pancia" nel Partito Democratico e la minoranza dem passa al contrattacco su esodati e Quota 100, la discussione si prevede decisamente accesa nei prossimi tempi.

Riforma pensioni 2015 governo Renzi: il ministro Poletti accenna alla flessibilità in uscita

Sul tema della riforma pensioni 2015, il governo Renzi ha preferito non inserire nuove forme di deroghe all'interno del Milleproroghe, cosa che ha suscitato molte polemiche all'interno non soltanto della maggioranza ma anche e soprattutto del Partito Democratico. Nell'intervento di oggi sul quotidiano Avvenire, il ministro Poletti ha sottolineato la necessità di stabilire dei criteri per una maggiore flessibilità in uscita, soprattutto per quanto riguarda le situazioni sociali più difficili.

Il passaggio più importante dell'intervento del ministro riguarda l'intenzione del governo Renzi di discutere di una riforma delle pensioni nelle sedi europee per comprendere la sostenibilità economica da un lato e per cercare di definire uno schema condiviso dall'altro.

Riforma pensioni 2015 governo Renzi: la minoranza dem su esodati e Quota 100

Ad intervenire nuovamente sulla questione di una riforma delle pensioni per il 2015 è la minoranza dem che, dopo essere stata di fatto estromessa dalle discussioni per l'approvazione dei decreti attuativi sul Jobs Act, teme di essere tenuta fuori anche dalla questione previdenziale.

Al centro dell'agenda dei dissidenti del PD ci sarebbe la questione degli esodati (anche e soprattutto per non lasciarla alla Lega Nord): la richiesta sarebbe quella di una settima salvaguardia. I numeri degli esodati senza tutele è enorme: si tratta di 49.500 persone che di fatto sono rimaste escluse da qualsiasi forma di tutela e si calcola che, con l'adeguamento della pensione alla durata di vita, nuovi esodati spunteranno fuori in questo 2015.

L'altro tema all'ordine del giorno - anche se per il momento soltanto all'interno della minoranza dem - è la proposta Damiano sulla Quota 100. Il presidente della Commissione Lavoro è convinto che il 2015 sarà l'anno decisivo per la riforma delle pensioni. Ma cosa si intende e soprattutto quanto costerebbe la Quota 100? In poche parole si potrebbe andare in pensione con un minimo di 60 anni di età o di 35 anni di contributi contestualmente al raggiungimento della Quota 100: per fare qualche esempio, si potrà andare in pensione a 60 anni e 40 anni di contributi, a 61 anni e 39 anni di contributo, a 62 anni e 38 anni di contributi e così via. Il costo di una riforma delle pensioni su base Quota 100 sarebbe molto alto e l'ultimo intervento di oggi di Poletti non fa ben sperare: non è detto che l'Europa accetti un tale incremento della spesa sociale.

È tutto con la riforma delle pensioni 2015 su Quota 100, esodati e l'intervento di Poletti. Se desiderate ricevere aggiornamenti su questo tema, potete cliccare sul tasto "Segui" posto in alto sopra il titolo dell'articolo.