A pochi giorni dallapresentazione dinanzi alle Commissioni Lavoro di Camera e Senato dei decretiattuativi della riforma del mercato del lavoro, nascono gli scontri tral’esecutivo e la Commissione Lavoro alla Camera che giorno12 febbraio sarà chiamata a decideresui decreti attuativi del Jobs Act. Sitratta di una vera e propria “sciagura” per migliaia e migliaia di lavoratoriitaliani che ormai da tempo si attendono risposte concrete da parte delGoverno.

Era intenzione dell’esecutivo,riprendere in mano la famigerata questione delle Pensioni dopo la chiusura con la riforma del lavoro, ma i pianipotrebbero saltare.

La questione più calda da affrontare riguarda un’eventuale approvazionedi una legge che andrebbe a modificare le vecchie norme pensionisticheintrodotte dalla Legge Fornero inmodo da garantire una maggiore flessibilità in uscita e assicurare a moltilavoratori il diritto alla pensione. Come riportato da “Leggi Oggi”, ilpresidente della Commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano chiede l’abolizione dei licenziamenti collettivisuscitando la contrarietà del Governo. È molto probabile che sia questo ilmotivo da cui sono scaturiti i contrasti.

Ciò rischia di compromettere idibattiti che il Governo Renzi, aveva riservato sull’argomento pensioni dopoaver chiuso la questione della riforma del mercato del lavoro.

In modoparticolare, potrebbero saltare gli interventi previsti per ciò che riguarda ilprestito pensionistico, la cui proposta aveva grosse probabilità di esserepresa in considerazione. Da non dimenticare, che l’ipotesi è incentrata su un anticiposull’assegno previdenziale per i lavoratori che decidono di ritirarsianticipatamente dall’attività lavorativa da restituire nel momento in cui percepisconol’assegno pieno, dopo aver raggiunto i requisiti necessari al pensionamento. Restacomunque il fatto, che a pagarne le spese sono sempre i lavoratori cheaspettano da anni interventi conclusivi in materia pensionistica e sonocostretti ad attendere ancora.