Su CorrierEconomia, inserto del quotidiano romano Il Messaggero, viene lanciato l'allarme Pensioni. Arrivano infatti le elaborazioni di Progetica per CorrierEconomia a mostrare come una persona di trent'anni di oggi, che magari tra vent'anni dovesse interrompere per cause di forza maggiore il lavoro al compimento dei 50 anni di età, si ritroverebbe con una forte decurtazione dell'assegno pensionistico pari al 20%. Lepensioni minime del futuro rischiano di essere ancora drammaticamente basse.

Lo studio di Progetica

Anche Roberto Bagnoli, in un editoriale sul Corriere della Sera, rimarca la gravità della situazione al momento di fare i conti in tasca ai giovani trentenni di oggi che scegliessero il prepensionamento.

Se c'è concordia nel dire che la cifra di cinquecentodue euro al mese è una miseria, attuale limite minimo della pensione, nel futuro andrà anche peggio. Chi oggi ha 30 anni e prende sui mille euro netti di stipendio si ritroverà con appena 408 euro, come dimostra lo studio di Progetica. Per non parlare di un autonomo che ne prenderà solo 341,00.

Le pensioni minime del futuro

A rendere noti i dati sulle pensioni minime che si avranno in futuro con l'attuale trend è la stessa Inps che mette in luce come ci sia discontinuità nel versare i contributi. L'analisi riguarda un campione di persone che mettono insieme una contribuzione in un range tra venti e trentacinque anni in luogo dei canonici 40 e dispone di uno stipendio di € 1,000,00.

E' Andrea Carbone, uno dei membri di Progetica, a sottolinearlo. Non riusciranno a superare la soglia dei cinquecento euro al mese a differenza di quanto succede per chi ha oltre 50 anni.

Il criterio di calcolo

Sono stati presi in considerazione due diversi criteri per il conteggio: uno in cui i dati rimangono fermi alla situazione odierna e l'altro nel caso di ripresa economica.

Non emergerebbero sostanziali differenze nemmeno con guadagni attuali sui duemila euro mensili netti e si rimanesse al lavoro fino ai 69 anni occorrenti per andare normalmente in pensione; se ci fosse una ripresa economica potrebbe avere al massimo un importo di 858 euro di pensione. Meglio di cinquecento euro ma tra trent'anni questi potrebbero valere molto meno per la perdita costante di perdita di acquisto.