Da una parte il governo dall'altra i sindacati, il copione si ripete: nuovo scontro tra l'esecutivo guidato dal premier Matteo Renzi e le organizzazioni sindacali sul Jobs act e sulla riforma pensioni 2015. A poco servono gli incontri convocati dal ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti per il confronto sui decreti attuativi della legge delega sul lavoro e la nuova governance dell'Inps: la tensione resta alta, anche perché, nonostante gli annunci, ancora non arriva l'attesa svolta sulla riforma previdenziale.

Jobs act e riforma pensioni, scontro tra governo e sindacati

Non si fida il sindacato rosso delle "promesse mediatiche" del Governo Renzi sulle modifiche alla legge Fornero verso nuove forme di flessibilità per l'uscita anticipata dal lavoro per la pensione a partire dai 62 anni anche per i lavoratori privati, sul modello del prepensionamento statali previsto dalla riforma Pa del ministro della Pubblica amministrazione e Semplificazione Marianna Madia.

La Cgil di Susanna Camusso è infatti pronta a nuove forme di mobilitazione contro la riforma del lavoro e per sollecitare con forza nuove modifiche alla riforma Pensioni Fornero dopo i primi "timidi" e parziali interventi introdotti con la Legge di Stabilità 2015 che hanno in parte eliminato le penalizzazioni sulla pensione anticipata dei lavoratori precoci e ha introdotto nuovi limiti alle pensioni d'oro "regalate" dal Governo Monti ad alti funzionari di Stato, professori universitari e medici primari. E' quanto viene spiegato nel documento finale su lavoro e previdenza approvato oggi dal direttivo nazionale della Cgil con soltanto due voti contrari.

La Cgil non perde di vista l'obiettivo dell'unità sindacale, occorre "la riunificazione del mondo del lavoro per la solidarietà e la costruzione - si legge nel documento approvato dal direttivo - di una condivisione collettiva della condizione del lavoro".

Così il sindacato intende dare "continuità" alla mobilitazione del 25 ottobre scorso e allo sciopero generale del 12 dicembre proclamato insieme alla Uil con l'adesione dell'Ugl e la mancata partecipazione della Cisl che ha invece avuto più fiducia in un confronto con l'esecutivo e ha ritenuto finora "gli scioperi sport inutili".

Ma la Cgil punta a "un'iniziativa unitaria che rafforzi, pur nella diversità di giudizi, il mondo del lavoro". Nel documento approvato dal direttivo, viene ricordato che insieme alla Cisl e alla Uil è già stato deciso di "rivendicare formalmente l'apertura di un confronto sulle pensioni" e quindi si persegue di dare continuità almeno a una parte della piattaforma unitaria.

Le proposte sulla riforma pensioni al ministro Poletti, "saranno accompagnato da iniziative - viene sottolineato nel documento Cgil - che coinvolgono innanzitutto il quadro attivo unitario".

Sempre più critica nei confronti dell'esecutivo anche la Cisl. "Ancora una volta, anche sull'Agenzia unica sulla sicurezza sul lavoro, il Governo - ha detto il segretario generale Annamaria Furlan sulle novità del Jobs act di cui discuterà venerdì prossimo il consiglio dei ministri - immagina soluzioni senza alcun confronto con il sindacato". Invece "aspettiamo che qualcuno ci spieghi con chiarezza cos'è", ha sottolineato. "La montagna ha partorito un topolino: nel decreto non c'è niente contro la precarietà, ora lo spieghino ai giovani", ha dichiarato invece il leader Uil, Carmelo Barbagallo, al termine dell'incontro con il ministro Poletti sul Jobs act.