Iniziano le 'grandi manovre' per arrivare a riformare la legge Fornero, attualmente in vigore. Giovedì scorso, presso il ministero del Lavoro, si è svolto un incontro importante, allo scopo principalmente di rinnovare la governance dell'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS), tra il ministro Giuliano Poletti e i sindacati. Dopo la nomina di Tito Boeri alla presidenza dell'INPS, avvenuta il mese scorso, Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro alla Camera, ha auspicato che la governance dell'Istituto ossa cambiare il prima possibile.





L'incontro e le motivazioni - L' incontro è stata l'occasione per i sindacati per iniziare anche a parlare di Pensioni, su come riorganizzare il sistema previdenziale italiano. Il comitato esecutivo della Cisl ha evidenziato che 'l'inammissibilità del referendum stabilita dalla Consulta non vanifica la necessità di cambiare le regole pensionistiche'. Molte sono state le questioni affrontate. Per prima cosa si è parlato del problema dei lavoratori quota 96 del comparto scuola; 4mila insegnanti e operatori Ata che sono ancora in servizio nonostante abbiano raggiunto i requisiti per andare in pensione. Poi, la questione esodati che, nonostante i sei provvedimenti di salvaguardia già attuati dal governo, rimane ancora aperta.

La settimana scorsa, Giuliano Poletti ha fatto riferimento a quei lavoratori che, prossimi alla pensione, hanno perso il lavoro o rischiano di perderlo e non hanno quella copertura utile che li possa 'traghettare' fino alla pensione. Anche Pier Paolo Baretta, sottosegretario all'Economia, ha parlato di una soluzione che possa far scegliere al lavoratore, tra i 62 e i 70 anni, il momento in cui andare in pensione.

L'assegno pensionistico dovrebbe, a quel punto, essere rapportato utilizzando un riequilibrio del calcolo previdenziale. Nel dettaglio, il lavoratore avrebbe una penalizzazione che varierebbe dal 2 all'8 percento per chi decide di andare in pensione prima del raggiungimento dei requisiti (per chi posticipa è previsto un incentivo sull'assegno pensionistico). Un'altra ipotesi ancora sul tavolo del premier Renzi è quella relativa al raggiungimento di quota 100 da parte dei lavoratori, somma tra età anagrafica e anni di contribuzione.