In Parlamento la questione previdenziale è tornata a toccare i lavoratori della scuola e in particolare i Quota 96: insegnanti e ATA, che dal 2011 avrebbe dovuto essere già in pensione, ma che hanno perso questa opportunità a causa di una svista nella legge Fornero, quando i legislatori non hanno tenuto conto della differenza tra anno solare e anno scolastico (che inizia e settembre). Tanto è bastato per bloccare l'uscita dal lavoro a circa 4.000 persone, che avevano dato ormai per scontato il proprio pensionamento. Negli ultimi anni una fetta importante di loro ha ottenuto comunque la quiescenza tramite raggiungimento dei nuovi requisiti o per mezzo della legge 104; proprio per questo motivo i comitati Q96 hanno chiesto recentemente un riconteggio della platea al Miur, tramite l'infrastruttura digitale del Ministero, affinché si potesse calcolare l'effettivo fabbisogno finanziario necessario per sanare la situazione.
Purtroppo al momento l'unica strada ritenuta come ufficialmente percorribile dall'esecutivo è quella del demansionamento a ruoli meno faticosi, previsto con la riforma del settore intitolata #labuonascuola.
Quota 96: nuovo Ordine del giorno dal Movimento 5 stelle, si chiede soluzione al Governo Renzi
A tal proposito è da segnalare che il Movimento 5 stelle ha depositato durante la settimana scorsa un ordine del giorno, finalizzato a chiedere ufficialmente una sanatoria per i lavoratori pubblici dell'istruzione Quota 96, che sono rimasti bloccati tra i banchi della scuola. La richiesta è stata inserita nel ddl 1577, incentrato su nuove modifiche all'organizzazione della pubblica amministrazione.
L'esito di questa richiesta resta nell'incertezza, anche se bisogna sottolineare che già in passato simili azioni non sono andate a buon fine. Eclatante è stato il ritiro di un emendamento proprio alla riforma della pubblica amministrazione avvenuta nel 2014, dopo che i tecnici del Mef avevano espresso parere negativo circa la possibilità di reperire i fondi necessari al pensionamento dei quota 96.
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