Dal 1° marzo partirà in via sperimentale, secondo quanto previsto dalla legge di stabilità 2015, la possibilità per i lavoratori dipendenti di aziende del settore privato di chiedere l'anticipo del tfr in busta paga. Questo "anticipo" non andrà a intaccare il denaro accantonato in precedenza: infatti l'importo che verrà corrisposto insieme allo stipendio a coloro che avranno deciso volontariamente di averlo sarà pari al tfr maturando per il mese di riferimento del salario. Vediamo quali sono le cose fondamentali da sapere prima di decidere se presentare o meno la domanda.

Chi ha diritto al tfr in busta paga?

La liquidazione può essere richiesta - utilizzando il modulo quir - da lavoratori dipendenti di aziende private che siano assunti da almeno 6 mesi. La domanda è del tutto volontaria e può essere presentata al datore di lavoro per tutto l'arco di tempo nel quale questa sperimentazione sarà attiva, quindi fra il 1° marzo 2015 e il 30 giugno 2018. Una volta presentato il modulo però non sarà più possibile fare 'marcia indietro', e il tfr sarà erogato mensilmente in busta paga almeno fino alla scadenza della "sperimentazione". I lavoratori che non possono richiederlo sono lavoratori agricoli, domestici, lavoratori sotto cassa integrazione straordinaria, di aziende sotto procedura fallimentari o in ristrutturazione dei debiti, o sotto procedure concorsuali.

Tassazione del tfr: conviene averlo in busta paga?

Secondo quanto stimato da Caf Acli, già a partire da redditi di 28 mila euro lordi il tfr subisce una tassazione irpef notevolmente penalizzante se viene erogato insieme allo stipendio: la liquidazione alla fine del rapporto di lavoro gode infatti di un regime fiscale agevolato. Il Corriere della Sera riporta interessanti esempi di calcoli effettuati dal Mefop e dal Caf Uil secondo i quali richiedere il tfr in busta paga comporterebbe una perdita, in 5 anni, di circa 1200 euro su redditi annui di 18mila euro lordi, di circa 6000 euro per redditi da 25 mila euro; per i redditi da 35mila euro il prelievo irpef salirebbe al 38% anziché al circa 25% (che è l'aliquota applicata in caso di tassazione separata della liquidazione); tra le altre cose bisogna ricordare che alle aliquote ordinarie vanno aggiunte le addizionali comunali e regionali.

Ma di quanto aumenterebbe lo stipendio? Aumenterebbe di circa 70 euro per redditi lordi da 18 mila euro annui, di circa 100 euro per redditi da 25 mila euro e di 125 per redditi di circa 35 milan euro. In caso decidiate di richiedere il tfr per necessità contingenti di denaro, i caf ricordano anche che se siete titolari da almeno 8 anni di un fondo pensione potete richiedere senza dover dare nessuna spiegazione fino al 30% del denaro accumulato, ottenendo peraltro una tassazione agevolata. Le quote di denaro percepite inoltre saranno calcolate - e incideranno - sulle detrazioni (per esempio quelle per familiari a carico); confluiranno anche nel calcolo isee influendo potenzialmente in modo negativo sulle rette e le agevolazioni basate proprio su di esso. Fortunatamente non sarà così (quindi non saranno considerati come facenti parte del reddito complessivo) per il bonus di 80 euro o per il calcolo dell'imponibile previdenziale.