Sono stati pubblicati il 7 marzo i primi due decreti attuativi della nuova legge sul lavoro, il cosiddetto Jobs Act, che entra così in vigore. Da lunedì 9 marzo le aziende potranno quindi assumere applicando il contratto a tutele crescenti che manda in pensione l'articolo 18, anche se non è questa la solo novità introdotta. Riepiloghiamo di seguito i principali cambiamenti previsti dalla nuova legge.

Jobs Act: le novità

  • Contratto a tutele crescenti: i nuovi assunti a tempo indeterminato, inclusi quelli che cambiano lavoro, non saranno tutelati dall'articolo 18 per quanto riguarda i licenziamenti senza giusta causa, sia individuali che collettivi. Il reintegro nel posto di lavoro rimane possibile solo nei casi di licenziamenti disciplinari per i quali sia accertata l'insussistenza. In tutti gli altri casi è introdotto un indennizzo automatico la cui entità cresce (da qui le tutele crescenti) in modo proporzionale all'anzianità di servizio. Sono previste due mensilità di indennità per ogni anno di servizio, con un minimo di 4 ed un massimo di 24.
  • Assegno di disoccupazione: il primo maggio entrerà in vigore la Naspi (Nuova prestazione di assicurazione sociale per l'impiego); ne avrà diritto chi perde il lavoro ed ha maturato almeno 13 settimane di contributi negli ultimi 4 anni. L'assegno avrà una durata pari alla metà delle settimane lavorate, con un massimo di 24 mesi, contro i 18 previsti dalla precedente legge Fornero. Il disoccupato perde il diritto alla Naspi nel caso in cui, durante il periodo di erogazione, rifiuta di partecipare a iniziative di riqualificazione professionale. Se, trascorso il periodo della Naspi, il disoccupato non ha trovato una nuova occupazione potrà accedere all'Asdi (Assegno di disoccupazione), che sarà pari al 75% della Naspi, è avrà una durata di 6 mesi.

  • Maternità e congedo parentale: quello della maternità è un aspetto del Jobs Act di cui si è parlato poco; prevede l'estensione da 3 a 6 anni dell'età del bambino durante i quali si potrà usufruire del congedo parentale retribuito al 30%, e da 8 a 12 anni, per la richiesta di permessi non pagati. I figli adottivi vengono equiparati e quelli naturali.

Jobs Act: per Renzi e Poletti 150 mila posti in arrivo

L'entrata in vigore del Jobs Act è stata anticipata dall'annuncio di nuove assunzione da parte di alcune grandi aziende: dalle 2.500 nuove assunzioni annunciate per il 2015 da Salini-Impregilo ai 1.000 previsti dal FCA (Fiat-Chrysler) per Melfi.

Secondo i calcoli del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, il saldo attivo alla fine del 2015 sarà di almeno 150 mila posti di lavoro in più, grazie non solo all'abolizione dell'articolo 18, ma anche agli sgravi previsti dalla legge di Stabilità, che sono superiori agli eventuali indennizzi da pagare, da parte delle imprese, in caso di licenziamento. Per sapere se questi calcoli sono giusti, bisognerà solo attendere i risultati.