La nuova riforma pensioni 2015 potrebbe causare un "Terremoto sociale" non indifferente perché tutte le categorie di lavoratori subiranno una forte penalizzazione per via di alcune variabili, come l'estensione del sistema contributivo e lo spostamento in avanti dell'età pensionabile. Un "Terremoto sociale" è il rischio a cui si riferisce il Presidente dell'Inps Tito Boeri. Come spiegato anche sul sito QuiFinanza e poi ripreso anche da ilgiornale.it, il bug (come si intende nel gergo informatico) risiederebbe nell'estensione a tutte le categorie di lavoratori del sistema contributivo in concomitanza dello spostamento in avanti dell'età pensionabile: il calcolo si baserà sugli effettivi contributi versati durante il periodo lavorativo, rivalutati tramite differenti parametri.

E questa fase penalizzerà molti lavoratori.

Nuova riforma pensioni 2015, Boeri: 'Terremoto in arrivo', chi soffrirà meno?

Le categorie di lavoratori che "soffriranno di meno", saranno tutte quelli che fanno parte del sistema retributivo fino al 2011, ovvero con 18 anni di contributi al 31/12/1995. Tutti gli altri lavoratori che per tale data non avevano ancora maturato i 18 anni di contributi, rientrano nel "metodo misto" (retributivo fino al 1995, poi contributivo). I giovani, le nuove generazioni e chi è entrato tardivamente nel mondo del lavoro, subiranno un danno senza precedenti. Ad esempio, un lavoratore autonomo di 61 anni percepirà una pensione compresa tra 595 e 978 euro lordi al mese, che certamente non gli permetterà di sopravvivere.

Nuova riforma pensioni 2015, Boeri: 'Terremoto in arrivo', una soluzione per migliorare questa condizione?

Una soluzione per migliorare questa condizione allarmante e diminuire questo terremoto oramai in arrivo, potrebbe essere quella di utilizzare un sistema di Pensioni "personalizzate" e integrative, oppure destinare il Tfr ai fondi pensione. Inoltre, sarebbe certamente d'aiuto almeno ridurre le pensioni d'oro, diventate oramai un sopruso acquisito che la sinistra di governo non vuole eliminare.