"La nostra strategia dialogante ha già portato a risultati positivi sul Jos Act, con il medesimo approccio ora vogliamo cercare di correggere anche la riforma delle Pensioni targata Fornero": sono le parole riportate dalle cronache del Garantista a nome del Presidente della Commissione lavoro alla Camera, riguardo le ipotesi di flessibilità previdenziale che si stanno rincorrendo nelle ultime settimane. Abbiamo scelto di iniziare il nostro articolo con le dichiarazioni più recenti di Cesare Damiano perché proprio l'ex Ministro del lavoro fino a ieri rappresentava uno dei maggiori sostenitori del pensionamento anticipato con quota 100, mentre attualmente sembra aver aperto a soluzioni meno onerose, come la quota 97 con limite a 62 anni di età.

Un meccanismo di uscita che sembra maggiormente accettabile per l'esecutivo rispetto al sistema puro a quote, che risulterebbe troppo oneroso per il bilancio dell'Inps.

Soluzione di compromesso allontana l'ipotesi più flessibile?

Seguendo il flusso delle dichiarazioni e degli eventi che si sono rincorsi nelle ultime settimane, sembra sempre più certo che la quota 100 risulti inattuabile. Ricordiamo ai lettori che stiamo parlando di un meccanismo di quiescenza con il quale i lavoratori disagiati e i disoccupati in età avanzata potrebbero accedere alla pensione anticipata unendo gli anni di versamento e quelli di contribuzione, purché il risultato della somma algebrica sia uguale o maggiore a cento.

Fino ad ora questa ipotesi è sembrata la più gradita ai nostri lettori per la grande flessibilità che porta in dote, visto che al crescere dell'età di pensionamento sarebbero necessari meno anni di versamenti e viceversa. Una soluzione che di fatto potrebbe arrivare a pesare sui conti più di 10 miliardi di euro secondo le prime stime dei tecnici, fattore determinante per un suo abbandono da parte dei decisori politici.

Riforma pensioni 2016, si allungano ancora i requisiti da maturare per il pensionamento pubblico

Stante la situazione, resta ancora da chiarire non solo quale potrà essere la misura adottata dal Governo, ma anche quali saranno le scadenze relative alla sua eventuale implementazione. Di sicuro non c'è tempo da perdere.

Negli scorsi giorni l'Inps ha emesso la circolare n. 63 del 2015, con la quale l'istituto ha inglobato le regole relative all'adeguamento delle aspettative di vita sui criteri di accesso al pensionamento. Per poter andare in quiescenza, a partire dal 1° gennaio 2016 serviranno almeno 66 anni e 7 mesi di età, una soglia che sembra destinata ad incrementarsi ulteriormente nell'immediato futuro e che potrebbe arrivare a toccare i 70 anni nell'arco di un decennio. Vi è inoltre da considerare che i 120 giorni di aumento andranno a toccare immediatamente anche le forme di pensionamento anticipato già previste nell'attuale legislazione, oltre che le future ipotesi di flessibilità di cui abbiamo parlato all'interno dell'articolo.

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