Continua la crociata di Cesare Damiano contro il Governo diretto dal Premier Matteo Renzi e in favore della riforma del sistema previdenziale italiano. L'obiettivo di Damiano, attuale presidente della Commissione Lavoro presso la Camera dei Deputati, è quello di realizzare le dovute correzioni alla legge Fornero. Questo allo scopo di rendere la legge che attualmente regola il sistema delle Pensioni italiano più flessibile in uscita, risolvendo così quella che a breve potrebbe diventare una vera e propria questione sociale. Le opzioni prese in considerazione da Damiano, inserite in un apposito Ddl che giusto in questi giorni verrà esaminato dal Parlamento, sono due.

Riforma pensioni 2015: le proposte di Cesare Damiano

La prima è quella relativa alla possibilità di andare in pensione a 62 anni di età con almeno 35 di contributi. La seconda opzione invece è quella che prevede l'uscita dal mondo del lavoro con 41 anni di contributi a prescindere dall'età anagrafica. Le due opzioni in questione piacciono molto ai rappresentanti dei maggiori sindacati. Essi tra l'altro negli ultimi giorni hanno manifestato tutto il loro malcontento per il fatto che il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti non ha ancora fissato la data per l'incontro. Incontro promesso tempo fa dal Ministro per discutere insieme alle parti sociali le linee generali della nuova riforma del sistema previdenziale italiano.

Nel frattempo continua il silenzio del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, il quale non rilascia da tempo dichiarazione sull'importante questione. Questo silenzio viene giudicato da molti come molto preoccupante. Questo in quanto si teme che per la risoluzione della vicenda occorrerà aspettare ancora a lungo. Proprio per questo sono in molti ormai ad auspicare, quasi come fosse l'ultima speranza, l'intervento dell'attuale Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Questo sarebbe un intervento che sicuramente potrebbe sbloccare la delicata questione, che altrimenti potrebbe andare molto per le lunghe. Visto anche che tempo fa il Ministro Poletti dichiarò che prima della prossima legge di stabilità difficilmente sarebbe cambiato qualcosa sulle pensioni.