Ecco le ultime notizie relative alla delicata questione della riforma pensioni 2015. Inizia una settimana veramente molto importante in quanto finalmente dopo un bel po' di tempo il Parlamento italiano torna a discutere della questione. Infatti oggi, 17, Marzo in Commissione Lavoro presso la Camera dei Deputati si discuterà del ddl presentato congiuntamente da diversi parlamentari italiani, tra cui il Presidente e il vice Presidente della Commissione Lavoro. Ci riferiamo al deputato Pd ed ex Ministro del Lavoro Cesare Damiano e a l'esponente di Forza Italia ed ex Presidente della regione Lazio Renata Polverini.

Questo provvedimento mira a rendere la legge Fornero, che attualmente disciplina il settore, decisamente più flessibile in uscita.

Infatti ormai è quasi unanimemente condiviso che uno dei principali problemi di questa legge è proprio quello della flessibilità in uscita. Nonostante l'attuale sistema voluto dall'ex Ministro Fornero nel 2011 durante il Governo Monti ha portato evidenti benefici alle casse dello Stato e dell'Inps, ha anche causato dei problemi sociali molto gravi. Basti pensare, tra tutte, alla questione degli esodati. Con questo ddl si punta ad una riforma dei requisiti previsti dalla legge Fornero per entrare in quiescenza. Esso in pratica prevede che chi ha compiuto i 62 anni con 35 di contributi può andare in pensione.

In questo caso però chi deciderà di optare per questa soluzione di pensione anticipata vedrà ridursi l'importo dell'assegno pensionistico.

Tuttavia sono in molti a pensare che la maggioranza non abbia alcuna intenzione di approvare questo ddl. Questo nonostante i proponenti annuncino battaglia, e nonostante lo stesso Ministro del Lavoro Giuliano Poletti abbia affermato che la legge Fornero è troppo rigida e dunque va cambiata.

Però per quanto riguarda i tempi della riforma si parla sempre della prossima legge di stabilità. Quindi, se le cose non cambieranno, probabilmente si dovrà aspettare il prossimo autunno per avere qualche effetto in concreto dall'auspicata riforma. A meno che non arrivi all'improvviso un intervento del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, che però attualmente tace sulla questione.