Lo sciopero nazionale dei mezzi pubblici di lunedì 30 marzo del 2015 si avvicina a grandi passi. In merito Usb Lavoro Privato già da parecchi giorni ha invitato tutti gli autoferrotranvieri a aderire all'agitazione, della durata pari a quattro ore, entrando nella 'corsia di lotta'. L'Unione Sindacale di Base in merito ricorda come per la parte economica il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) risulti essere bloccato ormai da ben otto anni. Contestualmente, però, sono state approvate leggi che introducono una normativa, sottolinea altresì l'Usb, che è sprezzante di quelle che sono le condizioni di lavoro e di sicurezza per gli occupati nel settore del trasporto pubblico locale.
Su tutte le norme del Jobs Act visto che ora, nell'ambito dei licenziamenti collettivi, spariscono quelli che in passato erano i criteri di scelta. In passato infatti, ricorda l'USB, con i vecchi contratti le priorità dei licenziamenti erano verso quei lavoratori senza figli o senza familiari a carico, ora invece i criteri di scelta spariscono del tutto a fronte di novità sui risarcimenti che sono penalizzanti per i lavoratori. Con i nuovi contratti il risarcimento, ricorda altresì l'USB Lavoro privato, passa da un minimo di quattro ad un massimo di 24 mesi rispetto ai 18-24 mesi prima del Jobs Act.
Ma le ragioni del nuovo sciopero del 30 marzo del 2015 hanno comunque radici lontane visto che l'USB ricorda come in questi anni le liberalizzazioni senza regole, e le privatizzazioni, abbiano portato alla creazione nel settore dei trasporti di un vero e proprio esercito di lavoratori in mobilità, di cassintegrati e di precari a fronte di pesanti tagli ai salari.
Inoltre, l'Unione Sindacale di Base nel proclamare lo sciopero ha ribadito ed ha denunciato l'assenza di controlli da parte degli enti proposti che hanno portato a creare una voragine occupazionale a fronte di miliardi di euro di soldi pubblici che sono stati dirottati verso l'impresa privata in base alla logica, fallimentare, delle privatizzazioni.