Il tema pensioni tiene banco in questi giorni con particolare attenzione alle iniquità esistenti nel sistema previdenziale italiano e alle misure da dover adottare per eliminale. Questo il pensiero del presidente dell'Inps, l'economista Tito Boeri: "E' necessario innanzitutto eliminare le iniquità del sistema previdenziale italiano per poi procedere a novità per tutti". In Italia in questi anni molte persone hanno ricevuto più del dovuto, cioè più di quanto hanno versato, occorre quindi riequilibrare il sistema. Come fare? In che modo agire? Sempre secondo Boeri diventa necessario calcolare la differenza tra quello che queste persone ricevono e quello che spettava loro con le regole del sistema contributivo.
Una volta rifatti i calcoli sulla differenza percepita, occorre applicare un prelievo ma solo sulle pensioni superiori ai 3000 euro mensili. Il tesoretto accumulato dovrà essere destinato alle pensioni più basse, per permettere a chi vive nell'indigenza di poter avere una vita più dignitosa.
Ma cosa ne pensa il governo?
Sulla stessa lunghezza d'onda, il premier Matteo Renzi che già tempo fa parlava di contributo di solidarietà derivante da prelievi su pensioni d'oro, al fine di recuperare risorse economiche per interventi sul sistema pensionistico. D'accordo con il piano del ricalcolo contributivo di Boeri si è dichiarato anche il ministro del Lavoro Poletti. Questi ha fatto sapere che, nonostante le difficoltà, il suo ministero continua a lavorare sulla questione previdenziale e che il governo ha veramente intenzione di modificare la riforma Fornero in particolare nei confronti di chi rimane senza lavoro o a cui mancano pochi anni al raggiungimento dei requisiti pensionistici ma non riesce a raggiungerli o perdono il lavoro.
Poletti si è dichiarato anche favorevole al reddito di cittadinanza proposto dal M5S e ripreso con vigore da Cesare Damiano, strumento di tutela non solo per chi vive condizioni di forte disagio ma anche per chi prossimo alla pensione perde il lavoro.
E gli altri?
Alle ipotesi di lavoro di Boeri e del ministro Poletti bisogna aggiungere anche quelle di Airaudo di Sel che chiede con insistenza di chiudere il caso dei quota 96 delle scuola e sulla necessità di soluzioni per i lavoratori che svolgo mansioni usuranti e di Sacconi che propone modalità flessibili, di uscita dal lavoro per coloro che rischiano di perdere il lavoro prima di raggiungere i requisiti pensionistici, per non creare nuovi casi sociali, come gli esodati e i quota 96 della scuola.
Tutti uniti insomma per una revisione strutturale della legge Fornero, le divergenze sono sulla tempistica. Il governo prevede di poter intervenire solo con la nuova legge di stabilità 2016. Si riuscirà a trovare tempi e modi per risolvere almeno le urgenze ed i casi critici come quota 96 ed esodati?
Come sempre noi seguiremo lo sviluppo delle questioni tenendovi aggiornati. Voi seguiteci.