Arriverà probabilmente a maggio 2015 quella che sembra essere una delle novità più importanti in materia di riforma Pensioni. Dopo anni di annunci culminati con un nulla di fatto, è lo stesso presidente dell'Inps, Tito Boeri, a dichiarare durante un convegno sul lavoro che l'attuale obiettivo dell'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale è quello di far partire nel prossimo mese la cosiddetta "busta arancione". Il servizio, che interesserà circa dieci milioni di italiani, si chiamerà "la tua pensione" e metterà a disposizione dei contribuenti registrati al sito ufficiale dell'INPS, e in possesso del codice Pin, un documento consultabile direttamente online.

Cosa è la 'busta arancione' annunciata dall'INPS 

La "busta arancione" introdotta dalla riforma, che prende il nome da un documento simile utilizzato in Svezia, è un sistema di simulazione che consentirà ai "lavoratori italiani di poter sapere quali saranno le loro pensioni future". Ad affermarlo è proprio il presidente dell'INPS, Tito Boeri, aggiungendo che il sistema, in vigore da maggio 2015, permetterà inoltre ai contribuenti di "valutare quali sono le implicazioni di scegliere diverse date di pensionamento, di cambiare le retribuzioni e i contributi e di verificare quanto tutto ciò avrà effetti sulla pensione".

Cosa cambierà con la riforma pensioni 2015

Secondo Tito Boeri, che ha promesso anche maggiore trasparenza, questa operazione porterà gli italiani a percepire i contributi come una "forma di risparmio forzosa" e non come una tassa.

I lavoratori avranno inoltre la possibilità di sapere orientativamente quali saranno le loro pensioni future, grazie ai dati forniti dalla "busta arancione". Un cambiamento notevole, insomma, al quale l'INPS lavora dalla fine di novembre, con una sperimentazione che ha interessato circa dodicimila cittadini. Da maggio 2015, con la novità introdotta dalla riforma pensioni, i contribuenti italiani potranno dunque avere un quadro più preciso di ciò che li aspetterà una volta conclusa la vita lavorativa; e capiranno se è il caso o meno di affidarsi anche a ulteriori forme complementari di previdenza.