Proprio come tre anni fa. Era il 2012 quando a Firenze si protestava contro l'allora sindaco, un certo Matteo Renzi che si era messo in testa di contrastare alle primarie il segretario del Partito Democratico, Pier Luigi Bersani. Ora quel primo cittadino rampante è approdato addirittura a Palazzo Chigi ma la protesta parte (casualmente?) sempre da lì, dalla sua Firenze. 

Ironia della sorte, però, è proprio la Leopolda a tenere a battesimo la rivolta contro la Buona Scuola: da lì vennero poste le basi tre anni fa per la nascita del renzismo e lo stesso luogo potrebbe dare l'avvio ad una clamorosa 'inversione ad U'.

Il fronte è unito a partire dai sindacati, sia i confederali che gli autonomi come lo Snals e la Gilda Insegnanti, per non parlare di precari, Ata e studenti.

Alla Leopolda, tutti contro Renzi e contro le 'scuole caserma'

La contro-Leopolda, come qualcuno l'ha già ribattezzata, è soprattutto contro il principio dell'autonomia scolastica, proprio il caposaldo della riforma della Buona Scuola. C'è chi addirittura rispolvera gli ideali 'mussoliniani', parlando di 'dirigenti-duce': Renzi ha assegnato loro la più completa libertà di dare premi e aumenti a quei docenti più 'simpatici'. 'Le scuole si trasformeranno in caserme', come dichiara Valerio Cai, insegnante della Gilda, secondo quanto riportato dall'edizione locale di 'Repubblica'.

Se da una parte, il Presidente del Consiglio teme un'adesione record del personale della scuola per una protesta che rischia di scrivere una pagina 'storica' dell'Istruzione in Italia, lo stesso premier non intende cedere di un millimetro su questo punto particolarmente delicato, per il quale non verranno nemmeno prese in considerazione proposte di modifica.

Il movimento della mamma insieme a precari, studenti e docenti

Piace poco anche l'aumento delle ore di stage, la cosiddetta 'alternanza-lavoro', che coinvolgerà anche i licei e non solo gli istituti professionali: tale proposta rappresenta un tentativo di Renzi di trasformare la scuola in un'azienda. Pienamente d'accordo con la protesta anche il 'movimento della mamma' che si era già fatto sentire in precedenza contro l'attuale sindaco del capoluogo fiorentino, Dario Nardella e contro Cristina Giachi, assessore alla scuola per una cattiva gestione di un buco d'organico in una scuola materna.

Possiamo essere certi che tutti insieme si presenteranno il 5 maggio per urlare il proprio dissenso durante lo sciopero nazionale. E in vista delle prossime elezioni regionali, i segnali politici per Matteo Renzi e i filorenzisti non sono certamente di quelli che ispirano ottimismo.