Il Premier Matteo Renzi è abituato a parlare di 'maggioranza', di percentuali 'schiaccianti' e di vittorie eclatanti. L'ex sindaco di Firenze è capace di 'fiutarle' a distanza e così non può fare a meno di sentire già odore di sconfitta per la manifestazione della Scuola del prossimo 5 maggio. Ormai il dissenso è cresciuto anche in chi, di solito, non ha scioperato mai o, comunque, si è sempre mostrato contrario a scioperare perchè 'intanto non si conclude niente lo stesso'. 

Matteo Renzi ha confidato ai suoi 'fedelissimi' Pd, durante un'assemblea, di aspettarsi una percentuale vicina al novanta per cento di adesioni: un pronostico che fa male, davvero molto male alla sua 'Buona Scuola' che rischia grosso.

Se le previsioni dovrebbero essere poi confermate dai fatti, lo sciopero del 5 maggio 'straccerebbe' di gran lunga quello che venne organizzato come protesta contro la riforma Gelmini, visto che la percentuale di adesioni si attestò al 66 per cento. 

PD, critiche a ministro Giannini: 'Sbagliato bollare chi la pensa diversamente'

Se vogliamo, un pessimo 'spot' per il partito democratico in vista delle elezioni regionali di maggio.

In più, a gettare benzina sul fuoco ci si è messa pure la ministra Giannini che, dopo l'abbandono del palco della festa dell'Unità a Bologna, ha definito gli insegnanti protestatari come degli 'squadristi'. La definizione è piaciuta pochissimo a Stefano Fassina e a Matteo Orfini che non hanno esitato a criticare la frase del numero uno del Miur, visto che si reputa 'sbagliato' bollare in questa maniera chi sta solo cercando di manifestare il proprio dissenso.  

Anche il sottosegretario all'Istruzione, Davide Faraone è dell'opinione che occorre abbassare i toni e ragionare di più, ma ormai il fuoco si è acceso e, inevitabilmente, finirà col divampare il prossimo 5 maggio.

Renzi sul ddl scuola: 'Si può migliorare ma non toccatemi l'autonomia scolastica'

Renzi garantisce che il disegno di legge può essere ancora migliorato, secondo quanto affermato in una lettera inviata ai segretari dei circoli democratici, anche se sul principio dell'autonomia scolastica, sia chiaro che il premier non si smuoverà di un solo millimetro.

Autonomia che avrà come perno centrale il dirigente scolastico: un cambiamento di regole che, Renzi giura, sarà importante per tutti, dai professori agli studenti. Intanto, però, gli insegnanti sciopereranno anche (e soprattutto) contro i probabili super poteri dei presidi.